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giovedì 10 luglio 2025

E Putin restò solo

Non si è  “celebrato” il venticinquesimo di Putin al potere un anno fa e si è fatto male. Putin sta al Cremlino più di ogni altro uomo di potere della memoria recente. Più di Napoleone per dire. Ma anche più di Alessandro Magno. Certo, non tanto come Carlo Magno o l’imperatore Augusto, ma erano altri mondi. Negli ultimi due secoli più di ogni altro. Alla pari col presidente Mao, e con Stalin, con la prospettiva assicurata di superarli. Senza avere vinto nulla, e anzi avendo chiuso la Russia in un imbuto. Trump gli ha offerto una stampella fenomenale, ma lui evidentemente non ha capito.
La romana Ukraine Recovery Conference sarà stata male organizzata ma è un fatto. Putin non potrà mai cancellare l’Ucraina come vorrebbe – in questo dice giusto Trump, “Putin spara cazzate”. L’Ucraina non è la Cecenia - ma anche lì… Non potrà mai cancellarla, anche se lo facesse, p. es. con l’atomica (ma non può, i russi ancora esistono, malgrado Putin). Ha provato, lungamente e insistentemente, ad affiancarsi all’Occidente, è stato respinto dalla dottrina Brezinski del presidente cosiddetto pacifista Carter (quante guerre non ha armato), e si è fatto prendere al laccio – “non accettare provocazioni” è precetto basilare per lo statista. Ha isolato la Russia, senza più un vero amico – l’Iran islamico (finché lo sarà, il paese è profondamente “occidentale”), come si è visto nei bombardamenti Usa-Israele, e la Cina comunista non lo sono. Né può pensarsi adagiato sulle repubbliche asiatiche di mezzo, i vari –stan, che se sono qualcosa sono antirusse, anch’esse come tutte le vittime dell’impero russo, lungo qualche secolo - difficile cancellarne la memoria.

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