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lunedì 27 aprile 2009

Le tre metamorfosi di Camilleri

Infaticabile (è ormai a un libro a settimana, a meno che non avesse i cassetti stracolmi), ma pieno di fascino, Camilleri costruisce la sua terza metamorfosi, dopo “Maruzza Musumeci” e “Il casellante”. Genere lontano dalla contemporaneità, e tuttavia riuscito: fresco, agile, sorprendente il giusto. Roba da storia della letteratura. Tanto più sorprendente per essere scritto in quella lingua falsa che Camilleri ha adottato come sua con Montalbano: un dialetto italianizzato, e viceversa, che i professionisti della provincia siciliana privilegiano, quale segno di autenticità e modernità insieme, ma che non è una lingua per nessuno, tanto meno per i caprari del racconto - lingua peraltro comprensibile solo in Sicilia (e in Calabria, che si è latinizzata un paio di millenni fa via Sicilia).
Ciò malgrado, terza sorpresa, il racconto è stato a lungo in vetta alle classifiche di vendita. E dunque non è vero che il Sud non legge.
Andrea Camilleri, Il sonaglio, Sellerio, pp.197, € 12

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