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lunedì 14 dicembre 2009

La Spagna è più fallita della Grecia

Prima e più che la Grecia, la Spagna avrebbe dovuto essere declassata nei rating internazionali. Il paese iberico è sempre ammirevole per il senso nazionale di unità, fra destra e sinistra, fra Nord e Sud, fra cattolici e mangiapreti, e nei giornali, dove vale il principio che cane non morde cane. Tanto più mentre si dilania: la Catalogna fa i referendum sull‘indipendenza, il diritto civile è ridotto a burla (si cambia sesso con una telefonata), si scavano le fosse comuni del franchismo. Ma i fatti sono lì, nel senso del fallimento incombente del sistema economico, e difficilmente ricomponibili. Anzi, dopo un anno di sotterfugi contabili, non più rinviabili. La Spagna ha e continua ad avere il dbeito pubblico più basso di tutta l'area auro, in rapporto al pil, e tanto basta per tenerla al riparo dai giudici di Bruxelles e New York. Ma l'economia galleggia sul nulla.
Il dato è certo e chiaro. La Spagna si regge su un boom immobiliare che da due anni ormai, prima ancora della crisi dei mutui subprime, galleggia come partita di giro: le banche si reggono mutuamente l’un l’altra, ma non c’è denaro fresco: nessuno compra, gli immobiliaristi non rientrano delle enormi esposizioni, e chi ha comprato spesso non paga il mutuo. La contabilità delle insolvenze non è tenuta, non pubblicamente, ma si sa che tutto il sistema bancario, grande e piccolo, si regge sul vuoto.
La situazione è diversa che nei sistemi bancari americano e britannico, i sue più toccato dalla crisi, perché i grandi banchi spagnoli hanno attività limitate sui mercati speculativi. Ma è anche più solida, i buchi sono reali, e semmai non è coperta dalle grandi operazioni a termine. Il reddito è peraltro in forte contrazione per la disoccupazione record. Che è quasi tutta dell’edilizia-immobiliare e difficilmente riallocabile.
La Spagna è il paese più indebitato d’Europa, dopo la Gran Bretagna – che però è più solida economicamente e molto più diversificata. Sia in valori che in rapporto al pil. Tre mesi fa il Cgia Mestre calcolava per la famiglia italiana un debito medio pari a 21.270 euro, contro i 36.150 euro della Francia, i 37.785 della Germania, i 55.886 euro della Spagna e i 63.447 del Regno Unito. I valori della Spagna sono poi rapidamente peggiorati, e oggi si aggirano sui 60 mila euro. In rapporto al pil i debiti delle famiglie sono il 34,2 per cento in Italia, in Francia poco meno del 50 per cento, in Spagna dell’83,6 per cento. Rapporto anch’esso peggiorato, poiché il pil è in forte contrazione.

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