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venerdì 10 settembre 2010

Chi ha detto che il Sud vota per Fini?

Non si è ancora ripreso, Berlusconi, degli uppercut di Fini, pur zavorrato dalle storie di famiglia non esemplari. Ma è bastato che il fedele Confalonieri gli ricordasse “le aziende”, e l’ex imprenditore, se non il politico piacione, è tornato fuori: nessuna novità senza di me. La confusione è la stessa dei due mesi del solleone traditori, ma, ricondotto sul suo terreno, Berlusconi ha subito individuato i dati risolutivi. Uno, famosissimo, è che chi chiede le elezioni anticipate perde. Gli elettori votano per essere governati. L’altro, meno scontato, è che il Sud non è affatto per Fini.
Fini non raccoglie consensi né in Campania né in Sicilia, dove sono i suoi colonnelli. Gli ex missini nel napoletano e i lombardiani nell’isola se ne guardano bene. Neppure in Puglia Fini raccoglie consensi, nel movimento della sua ex fedelissima Poli Bortone. E il motivo è semplice: il presidente della Camera fa concorrenza politica diretta, Berlusconi è invece federatore, consente a ognuno il suo spazio.
Fini senza il Sud non appare più temibile. Col neo liberalismo e il rinnovato giustizialismo dovrebbe teoricamente raccogliere consensi al Centro-Nord, e nei bacini elettorali democratico, dipietrista, extraparlamentare. Ma si tratta di aree saldamente presidiate. Al Nord, secondo alcun i sondaggi, dove la politica del fare più riscuote consensi, la sfida di Fini potrebbe anzi accrescere i suffragi al centro-destra.

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