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lunedì 30 gennaio 2012

Ombre - 117

Dopo quattro anni non si fa il processo a Ottaviano Del Turco, carcerato in isolamento dal Procuratore di Pescare Trifuoggi come ladro e concussore, per prove, a suo dire, schiaccianti. Trifuoggi è come il suo protettore Fini, che non sa che fare?

Come Fini, questo Trifuoggi non ce lo fanno più vedere: non inaugura più niente, nemmeno l’anno giudiziario? E allora: si sarà ridotto pure lui lo stipendio, come Fini?

Il Procuratore Capo di Reggio Calabria Pignatone inaugura l’anno giudiziario assicurando che la mafia è imbattibile: nella sua provincia, dice, nei paesi di 10-15 mila abitanti, si contano 3-400 affiliati ai “locali di ‘ndrangheta”. Che per una ventina di Comuni di quelle dimensioni fanno ottomila killer. Cinquantamila coi familiari stretti, fiancheggiatori obbligati.
Ha un barlume, il Procuratore, che possa essere troppo, e aggiunge: “Numero che probabilmente ora si raggiunge con difficoltà in una città come Palermo” Compresi nei 3-400 quelli della Procura di Palermo che lo ostracizzarono, minacciando di mandarlo sotto processo?

Si ripubblicano in Germania le lettere di Jacob Taubes e Carl Schmitt, uno scambio in effetti appassionante tra l’ebreo e ebraista rettore della Freie Universität di Berlino nel 1968 e l’insigne giurista che nel 1933 sostenne Hitler. Giulio Busi ne fa sul “Sole” domenica una lunga trattazione. Senza nemmeno menzionare l’antologia di Taubes “In divergente accordo. Scritti su Carl Schmitt” pubblicata quindici anni fa e sempre ristampata, in italiano, da Elettra Stimilli, studiosa italiana. Snobismo – al “Sole” leggono solo il tedesco? Provincialismo?

Calderoli e Brunetta lamentano che sulle liberalizzazioni e la semplificazione normativa Napolitano impedì loro il decreto. È vero.
La lamentela è ripresa unicamente dal “Sole 24 Ore”, e dai giornali berlusconiani. Censura?

La Sinfonia n. 10 di Šostakovič, composta nel 1953 dopo la morte di Stalin, è presentata a Roma, a Santa Cecilia, come “antistaliniana”. Arrigo Quattrocchi ricorda che Solomon Volkov, raccogliendo le confidenze del compositore in “Testimonianze”, gli da dire di avere imperniato la sinfonia “su Stalin e sul periodo staliniano”. Un accenno che sembra critico. Ma la sinfonia è un epicedio e un inno, specie il secondo movimento, che sarebbe il ritratto musicale di Stalin.
La destalinizzazione arriverà un paio d’anni dopo, per le esigenze del “disgelo” (il disarmo).

“Oggi” saluta Monti giovedì come quello che ha prosciugato la tv dal presenzialismo di Berlusconi. Con le cifre dell’Osservatorio di Pavia. La sera dopo Monti prende otto minuti al Tg 1 per (non) spiegare cosa il consiglio dei ministri ha fatto. Molto prima, e ben di più del tempo dedicato dallo stesso tg al terremoto al Nord.
Milano scaccia Milano – e qual è la moneta buona e quella cattiva?

La stessa sera di Monti il Tg 1, dopo il terremoto al Nord, un minuto e mezzo, fa Casini a Beirut, un minuto. Farà Casini un Grande Centro fra cristiani e mussulmani? Non si è capito bene cosa ci facesse.

“Oro nero nel paradiso verde”: un giacimento di petrolio è stato scoperto in Ecuador sotto una foresta che presenta “il massimo di biodiversità del mondo”, annuncia “L’Espresso”. Che denuncia la minaccia dello scempio con una serie di foto di estrema povertà indios Waorani confinati nella foresta, e di abbandono della foresta stessa.
Il governo dell’Ecuador ha proposto un baratto all’Occidente, soldi in cambio della rinuncia a sfruttare il giacimento, scrive ancora il settimanale. E aggiunge: “Molte star di Hollywood hanno aderito”. Cinismo?

L’investimento nella Cassa Depositi e Prestiti ha reso alle Fondazioni ex bancarie tra il 2004 e il 2010 il 13 per cento l’anno. Un’esagerazione. Un investimento avversato furiosamente dalle Fondazioni, per prima la Cariplo di Guzzetti di Banca Intesa, perché pensava di dover cedere una qualche unghia del suo parrocchialissimo potere. Il no delle Fondazioni fu all’origine dell’allontanamento di Tremonti dal governo nel 2004.
Le “fondazioni del vescovo” si fecero confortare da ben due sentenze del giudice costituzionale Zagrebelsky. Che da “Repubblica” fa il maestro di democrazia e civiltà.

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