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giovedì 27 settembre 2012

Anders e Hannah uniti dalle idee

In controluce, nella lunga introduzione di Christian Dries, e nella postazione del curatore Oberschlink, è un’altra storia dell’amore che non ci fu, del matrimonio lungo e arido di Anders con Hannah Arendt. Rileggevamo Leibniz mangiando ciliegie, per la povertà, e scoprivamo che le monadi sono “senza finestre”, ricorda Anders in questa tarda memoria, redatta 1984-85, dopo un primo abbozzo nel 1976, in seguito alla morte improvvisa di Hannah.
Una povertà relativa, poiché i coniugi, che non avevano casa e vivevano in camere d’affitto, si portavano dietro tremila libri. E monadi travisate, lo stesso Anders sente il bisogno in una “Postfazione accademica” che chiude la memoria, di ricordare che le monadi di Leibniz si saltano “le une addosso alle altre”.
Un matrimonio per ripicca forse. Dopo l’abbandono, duro, sprezzante, della giovane Hannah da parte del maturo amante Heidegger – una cosa da professore e allieva. Con un “giovane filosofo” che Heidegger in più occasioni con Hannah aveva nominato con disprezzo. Durante la guerra Anders salverà dall’America Hannah e il suo nuovo marito Heinrich Blücher in fuga tra Francia e Pirenei. Hannah avrà sempre accenti di disprezzo per Anders. I familiari di Anders, e più la sorella che è sopravvissuta a entrambi, non hanno conservato buona opinione di Hannah. La memoria postuma di Anders è lusinghiera: Hannah è “autonoma” nel giudizio (pensiero) e con una sua cifra stilistica già ai 22-23 anni, e “profonda, sfrontata, gioiosa, avida di dominio, malinconica, amante del ballo.., lei era proprio così”.
Ciò che resta è quello che non si penserebbe: l’interdipendenza dei concetti filosofi basici dei due. Che Dries mette in quadro. La “instabilità” inerente all’essere umano. L’uomo plurale – l’umanità come pluralità degli uomini. La “natalità”, invece della tanatologia di Heidegger. La critica dell’antropismo antropologicoa. L’esagerazione, o estremizzazione, delle idee come “metodo” critico. “L’amor mundi, o la consolazione ontologica dello sfiorarsi”. E da ultimo la Colpa condivisa, quella di Eichmann per Hannah, quella di Claude Eatherly per Anders, il pilota di Hiroshima, rotelle di una male tecnico, organizzato.Di tutto Anders si attribuisce in questa memoria postuma, in forma di dialogo con Hannah, la primazia.
Günther Anders, La battaglia delle ciliegie, Donzelli, pp. LXXV + 80 € 16

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