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sabato 1 settembre 2012

La ri-continentalizzazione della Germania

Vent’anni fa, giorno per giorno:
:“La Germania unita è ridiventata grande nel senso che è un grande mercato interno. Ma per la metà gravita in un’area arretrata, economicamente e culturalmente. Dalla quale non le arriva alcun challenge, alcuna sfida in positivo, solo esempi negativi, di fannullaggine, e di scrocco. La parte arretrata è meno della metà della Germania, molto meno, meno di un terzo, ma è un cuneo che ha spostato il baricentro della vecchia Germania di Bonn, unitamente alla massa dei Vertriebene, i vecchi profughi dell’Est.
“È un rischio per l’Europa, la ri-continentalizzazione della Germania. La Repubblica di Bonn aveva portato in Europa, al Reno, perfino la Baviera e lo Schleswig-Holstein. Era una Germania aperta a tutto ciò che era straniero, europeo, cosmopolita: uomini, abitudini, psicologia, alimenti, merci. Fu così per esempio ch una città sonnolenta e provinciale come Monaco è diventata cosmopolita, verde, colta. La Germania di Bonn era il paese dove ogni europeo, dal turco al greco, allo slavo, al siciliano, allo spagnolo, al portoghese, compresi i francesi e gli scandinavi, si trovava più a suo agio. Oggi è avviata in direzione opposta. Per il semplice fatto della riunificazione: per avere un territorio molto spostato a Est e una popolazione più grande, tende a perdere quelle caratteristiche.
“In particolare peserà la popolazione. Un mercato da ottanta milioni sarà sempre più nazionale, meno aperto sull’estero. Tanto più per l’inevitabile integrazione con i satelliti naturali a Est e a Sud. Con ottanta milioni che peseranno come cento, per via della rinazionalizzazione del gusto, la Gerrmania tornerà inevitabilmente a essere l’orco dell’Europa – senza contare gli altri cento milioni, o duecento, dei paesi satelliti, baltici, slavi, rumeni, cechi”.

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