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martedì 23 ottobre 2012

Il giornale chiude, online

“Newsweek” ha già deciso, il “Guardian” seguirà, testate storiche: i giornali che vanno in rete chiudono o aprono? Chiudono. Perché la rete non è la stessa cosa del giornale stampato, mentre  i giornali online continuano a essere scritti, titolati e perfino, per quanto possibile, impaginati come quelli cartacei.
La pubblicità in rete funziona, ma è tutt’altra cosa. La pubblicità è la forma espressiva principale, cui l’informazione dovrà adeguarsi, nella scrittura, la titolazione, l’impaginazione. Ma non si vede ancora come. L’unica novità finora assunta dai giornali online, mediata dalle tv all news, i video, sono corpi estranei – perlopiù anche noiosi, lenti.
Resta tutto da vedere se il giornale online riuscirà a darsi una fisionomia che risponda al mezzo. L’unico successo finora registrato, lo “Huffington Post”, è relativo: non è mai rientrato dei costi e ha tutte le caratteristiche della “bolla”. Della start-up della new economy imbrillantata e venduta a caro prezzo – la new economy mantiene malgrado tutto da vent’anni inalterata la capacità di creare miraggi. L’edizione italiana a un mese dal lancio e quella francese ancora più rodata non sono uscite dall’anonimato, benché piene di nomi di prestigio - e malgrado l’effetto trascinamento, per l’edizione italiana, dell’“Espresso”: gli inserzionisti stanno a guardare. 

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