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lunedì 24 dicembre 2012

Il quasi candidato

Bizantino, è stato detto, che inventa la “quasi candidatura”, così come Bisanzio aveva indebolito il saldo diritto romano coi “quasi contratti” e i “quasi delitti”. Ma è anche più di questo: Monti ha potuto dire di “ascendere” alla politica, e di proporsi a “guida del Paese”, senza suscitare risate e nemmeno sorrisi. Di un Paese che sta mandando al fallimento (si dice default?), con lo strozzinaggio di Stato. Monti dunque è la “buona coscienza” del Paese: dei media, delle istituzioni, presidente della Repubblica in testa, e dei comici.
Non bisogna del resto sottovalutare la potenza della retorica. I gesuiti, alla cui scuola Monti si è formato e di cui si fa scudo, ne conoscevano la forza e l’hanno ampiamente usata. Fino a farne un marchio, il “gesuitico” appunto. Che vuol dire spaccare il capello in quattro, cioè pignoleggiare, ma con un sottinteso: contrabbandare merce falsa per vera. Avremo dunque il quasi Monti per lungo tempo, e bisogna rifletterci.
Una cosa poi Monti sicuramente è, un milanese a parte intera. Uno che pensa al bene dello Stato in  termini dei propri interessi. Qui proprio in senso specifico, di obblighi di intermediazione a favore delle banche. Pochi euro qui è lì, naturalmente:  un “quasi salasso”. Come i tre punti di reddito in più sfumati in tasse, pagati dai soliti noti: una  “quasi lotta all’evasione.

1 commento:

francesco virga ha detto...

Cari amici,
seguo con simpatia il vostro blog pur non condividendo sempre i vostri punti di vista.
Ma quest'ultimo post l'ho condiviso per intero. Anche se mi sono accorto, dopo, che nell'ultimo capoverso manca qualche parola.
Saluti ed auguro per il nuovo anno