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lunedì 28 gennaio 2013

La nemesi socialista sulla sinistra

Basta il Monte dei Paschi. O l’impegno a ridurre ogni anno il debito di 50 miliardi, di cui nessuno in campagna elettorale parla – solo Berlusconi. Un impegno montiano, “semplice semplice”, che impedirà qualsiasi azione di governo, di cui la sinistra forse non s’è neppure accorta. Sansonetti sfonda una porta spalancata: la sinistra inesistente, malgrado ultimamente tante belle ballerine, e qualche nano, è tema quasi trito. Senza argomenti, distratta. Unicamente attenta al posto, nelle Procure, nelle redazioni, e alle comparsate in tv. Senza sguardo e senza soffio. Periodicamente sconfitta da un Berlusconi – uno che in altro teatro politico farebbe il caratterista. Sansonetti ha il merito di riproporlo da dentro, con ritratti piccanti e aneddoti.
La sinistra di Sansonetti per la verità non è di destra: semplicemente non è. L’ultimo progetto risale a Craxi, che è innominabile. La sinistra che non c’è è la nemesi postuma del socialismo cancellato, dalla scena politica e perfino dalla storia – basta leggere le storie biforcute del “compagno” Ginsborg. Di un socialismo che abbia un progetto, a partire dalla Costituzione – che non è proprio bella come dice Benigni. E sappia di cosa la politica si occupa.
Il backlash colpisce anche l’onesto Sansonetti: il progetto vuole coraggio più che lealtà. Un giorno l’ex Pci scoprirà che eliminando i socialisti ha eliminato se stesso. Se non come baracca del potere – piccola piccola, gli fanno governare le pizzicherie, con e senza l’Mps.
Piero Sansonetti, La sinistra è di destra, Bur, pp. 236 € 11

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