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lunedì 11 febbraio 2013

Germania imperiale, madre di tutte le disgrazie

È Germania-Europa, Germania contro tutti in Europa, e la Germania ha vinto. La partita non è chiusa, ma solo nel senso che altre gravi perdite possono assommarsi per gli sconfitti. Da ultimo sul bilancio comune e sull’euro, che Angela Merkel vuole sopravvalutato, e quindi nega che lo sia. Al solo fine di mettere in difficoltà i suoi partner-concorrenti in Europa, Francia e Italia per primi.
Non c’è chi non lo veda: la Germania di Angela Merkel è stata, in questi cinque anni di crisi, la madre di tutte le disgrazie. Dalle banche tedesche politicizzate, corrotte cioè e pericolanti, i cui oneri ha trasferito alla Ue, al salvataggio impedito della Grecia per allargare la crisi del debito europeo. L’Irlanda sì, subito, a un costo doppio che per la Grecia, la Grecia no. Nel primo caso si trattava di salvare le banche, e ingraziarsi la potentissima City (“Economist”, “Financial Times”). Nel secondo di mettere sotto pressione i paesi con un debito alto, tra essi anzitutto l’Italia. Il cui debito è  sostenibile, ma appunto è alto.
Seppure tra le macerie - la disoccupazione reale al 15-20 per cento in Italia, Francia a Spagna -  Merkel non deflette: si è asservita, per l’incapacità di Sarkozy, Berlusconi e Monti, l’Ue, e non deflette. Non ne avrebbe motivo: i conti della Germania vanno bene perché  quelli del resto dell’Europa vanno male, a meno di non essere asservite (bassi salari, orari alti) alla stessa Germania.
È una Germania sorridente, che onora tutti coloro che ne riconoscono il primato: targhe, decorazioni, premi insigni. E li invita a tessere le sue proprie lodi in Parlamento. Dopo aver perso tutte le guerre imperiali del Novecento, ha imparato che il conquistatore deve essere largo di onori, i quisling vanno accolti coi tappeti rossi e non dalla porta di servizio. Ma con lo stesso ghigno con cui è inflessibile sui suoi interessi a scapito dei partner europei.
Senza le armi, è riuscito ad Angela Merkel quell’impero che alla Germania dei cancellieri di ferro è sempre abortito. Grazie alla mediocrità o l’incapacità dei dirigenti francesi e italiani, Sarkozy, Berlusconi, Monti.

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