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sabato 23 marzo 2013

È grande il Berto oscuro

Una pietra miliare, solida, del secondo Novecento. Un racconto sempre vivo, superbo. In anticipo anche sulla scrittura alluvionale, in realtà misuratissima, che si affermerà con Bernhard, come più propria del raccontare psicoanalitico – che non è il flusso di coscienza joyciano, ma il racconto che si chiede la ragione del racconto, di agnizioni e rimozioni. Nonché del new writing Usa di fine Novecento. C’è anche l’eutanasia.
Una “felicità di scrittura” fatta materia – ben più del celebrato Parise, per dire, l’altro Grande Veneto. Ma un’opera e uno scrittore che si trascurano. Per sovietismo (non sarebbe il solo: si potrebbe fare un’antologia corposa di “uomini oscuri”, oscurati dal sovietismo)?
Giuseppe Berto, Il male oscuro

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