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lunedì 16 dicembre 2013

Ma come parla la Rai?

Yazmina canta questa sera a Milano, domani a Firenze, invece venerdì a Roma. Invece di che? Come parla la Rai? Il quadro politico si rafforza, si consolida, si divide - un quadro mobile? tridimensionale? E il governo rassegna le dimissioni – le mette in lista? Quando non fa la lotta senza quartiere – in nessun posto? Sul fronte – con trincea? – delle indagini, dei prezzi, della mafia, della corruzione e dell’evasione fiscale. Mentre la situazione precipita. La polemica esplode. La sanità è alla paralisi. L’ottimismo è inguaribile. Il pessimismo pure. E molti scompaiono, quando invece muoiono - immobili, ben presenti. Con la piaga della povertà, la piaga della mafia e la piaga dell’usura – le piaghe, perlomeno, sono bibliche.
Facendo un passo indietro – ma da dove? – sale la tensione nel Medio Oriente. Ogni giorno, ogni ora, da settant’anni ormai – sarà evaporata? I giudici celebrano il processo – con torte, fuochi d’artificio? L’economia – donna gentile? arcigna? – esce dal tunnel. E in campo, le due squadre si affrontano a viso aperto - si tolgono le maschere? Balotelli non inquadra lo specchio della porta – lo specchio per la allodole? Quando non insacca - si capisce che è sempre scuro. O infila Buffon, De Sanctis, Marchetti – che vorrà dire? Magari dopo un contropiede micidiale – col kalashnikoff? O se ci sono gli estremi del calcio di rigore – o non piuttosto la sostanza? gli estremi ci sono sempre.
Eco, “Il costume di casa”, li dice sintagmi sclerotizzati. Da alzheimer, senza rimedio? Ma non hanno nulla di irrimediabile. Che ha da farsi perdonare la Rai? Che ci nasconde?

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