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mercoledì 9 aprile 2014

Tagliate andrebbero le Autorità, partendo da Rodotà

Rodotà, l’infaticabile cursore, ha governato l’Autorità per la Privacy dal 1997 al 2005. In pratica l’ha costituita e le ha dato forma. Una della tante costosissime e dannose Autorità di mercato, infaustamente varate da Prodi nel 1996, il cui taglio consentirebbe un risparmio di un paio di miliardi almeno. Senza danno per il mercato – era meglio il Cipe, autorità amministrativa: i funzionari della P.A. gestivano prezzi e  tariffe con più rispetto per gli utenti delle pletoriche Autorità, del Mercato, dell’Energia, delle Comunicazioni etc., che sono di garanzia soltanto per la finanza e per l’industria ma che si fanno pagare dai cittadini pagano, a caro prezzo.
L’Autorità di Rodotà si contraddistingue per l’inutilità universale, oltre che il danno ai cittadini. Senza proteggere minimamente la privacy, mai così esposta come in questi venti anni, ci obbliga a mettere dieci, diciotto e ventiquattro firme su ogni piccolo atto, anche per pagare l’assicurazione auto. Nonché a leggere, vorrebbe lui, venti pagine fitte a corpo 6 interlinea 1. Nonché a stamparla, con spreco di carta e inchiostri.

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