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sabato 14 giugno 2014

Quando l’Italia viveva le utopie

Una rilettura dei molti film dell’Eni al tempo di Mattei, con una coda fino al 1968. Nel quadro di un “programma culturale” non marginale, e non a fini di pubblicità. Inteso invece, nel programma e negli effetti, a creare e alimentare un humus aziendale di tipo nuovo, partecipativo e attivo. Film numerosi e, quasi tutti, di ottima qualità: sono opera d’occasione, commissionate, e tuttavia d’impianto e svolgimento sempre liberi. Nonché di tecniche documentarie innovative, da Joris Ivens a Bernardo Bertolucci. Che Ventriglia, giovane studioso all’Orientale di Napoli, ha riscoperto dopo un quasi cinquantennale oblio e qui presenta.
La rilettura è precisa senza essere mai noiosa. Ventriglia, che ha all’attivo anche una discreta dote di scritture letterarie, contestualizza le opere oggetto di studio in una sorta di quadro narrativo. Che è alla lettura per molti aspetti affascinante. Anzitutto per il rispetto che la Funzione Pubblica aveva allora del suo lavoro, in una sorta di spirito di servizio – quasi patetico al raffronto inevitabile dell’attualità, e tuttavia risarcitorio. Di più – ed è quello che più fa aggio alla lettura - per la riscoperta di un’esperienza internazionalista irripetuta. Da parte dell’Italia  che pure usciva da trent’anni di nazionalismo e isolamento. Che era anche un’avventura imprenditoriale – poi vantaggiosamente proficua. Di un’epoca, dice il giovane autore, “dove sembrava possibile fare tutto”. Che sicuramente non è vero, però dà la distanza siderale tra i tempi, allora e oggi.
Luigi Ventriglia, L’Eni di Enrico Mattei - Intellettuali, arte e impresa, gli anni dell’utopia - I grandi documentari (1950 - 1968), amazon per kindle, pp. 177 € 2,68

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