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sabato 9 agosto 2014

Montalbano a teatro, con Eduardo e Genet

Per gli amanti del teatro una goduria, per dirla con Montalbano. Di personaggi: Eduardo, Ripellino, Adamov, Beckett, Silvio D’Amico, Orazio Costa, Egidio Guidobaldi (chi era costui? è tutto da leggere, dalla p. 305 in poi), Jerre Mangione (id.), Carson McCullers, Gassmann, Sharoff, Genet - con molto Pirandello, naturalmente, e Shakespeare. E di tecniche, di regia e di recitazione, problemi, soluzioni, innovazioni.
Il titolo è di Silvio D’Amico. Continua a piovere sull’arca e Noè, che ogni tanto deve uscire sul ponte a controllare che tutto sia a posto, si ripara con un ombrello: si bagna lo stesso ma si sente al riparo. “Forse è questo il teatro”, una compagnia che non risolve ma aiuta. La raccolta si presenta come un abbozzo di autobiografia tra le quinte, in palcoscenico e alla Rai..
Molto si discute di tecniche teatrali, che Camilleri ha praticato come regista e produttore per due terzi della sua vita attiva. Dei sensi occulti dei drammaturghi cosiddetti dell’assurdo. Del dialetto – il problema di Pirandello. Della recitazione e dell’attore. Non definitivamente, spesso nemmeno persuasivamente, ma Camilleri ha la vocazione e i tempi del conversatore amabile sempre. Specie nella lunga intervista con Roberto Scarpa che apre e chiude il volume, ma anche nei saggi e nelle lezioni che Scarpa ha selezionato.
Il sottotitolo promette “Come si diventa scrittori a teatro”, e questo non c’è. Ma l’aneddotica da sola è travolgente. Del teatro Camilleri è, oltre che praticante, studioso e anche analista fine, ma il “come direbbe Montalbano” basta e avanza.  
Andrea Camilleri, a cura di Roberto Scarpa, L’ombrello di Noè, best Bur, pp. 403 € 10

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