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giovedì 16 ottobre 2014

Un giornalismo piccolo piccolo

Crolla l’Europa, in Borsa e fuori, e niente. C’è il premier cinese a Roma, e niente. C’è la conferenza Ue-Asia a Milano, e niente. Poroshenko e Putin tentano a Milano un accordo, e niente. La città è sorda, e l’Italia naturalmente pure: né i giornali né i telegiornali registrano gli eventi, nonché non dirci cosa hanno prodotto.
Non è una disattenzione episodica. Quella di questi giorni si aggiunge a quella costante sull’immigrazione incontrollata, le guerre che ci fanno fare, il petrolio a 100 dollari, eccetera: l’universo mondo non esiste in Italia. L’unico sguardo al di sopra di Chiasso è che Bruxelles potrebbe bocciare la finanziaria. Su questo condizionale anzi paginate, decine, centinaia di pagine. Per una legge che ancora non esiste. Da parte di una Bruxelles che sarebbe un certo Barroso, un portoghese grasso – questa in effetti sarebbe una notizia.
Ma non è disattenzione, è non-attenzione. Incapacità di pensare il mondo com’è. Non per mancanza di curiosità o provincialismo, poiché quasi tutte le imprese italiane sono da decenni transazionali, anche le medie e molte piccole. Hanno più attività all’estero che in Italia. Sanno che il mondo esiste e sanno come starci. La non attenzione è dei media. Che sono a questo punto o irrilevanti o perversi.  

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