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martedì 14 aprile 2015

Giallo horror

Una macelleria, più horror che thriller. Sulla violenza di rito ai bambini - qui vengono segati. Un best-seller, senza dubbio. Non solo perché venduto a milioni. Ma “assurdo”, “incomprensibile” e “inutilmente crudele” l’intreccio di eccessi viene detto da qualcuno a metà strada, e la narrazione si fa tortuosa per non risparmiarci nulla. Volendosi paradigmatica più che effettuale, uno schema più che una vicenda. Tortuosa, un manuale di criminologia. Tra personaggi inconsistenti. Dai nomi falsi e irriconoscibili. In non-luoghi. Forse per alleviare il ribrezzo, ma in realtà aggravandolo. E infrangendo almeno un paio di regole basiche del thriller: troppi colpevoli, troppi colpi di scena – e se il colpevole fosse il detective che diremmo?
È anche un romanzo redazionale. Come tutti i best-seller, ma Carrisi ha l’onestà di dichiararlo: “Il suggeritore” è stato messo assieme con la redazione dello studio Bernabò. E quindi che dirne? È un buon prodotto evidentemente, di cui tutti sono contenti. Ma il lettore? Sono troppo affollate e lunghe - due generazioni ormai, dal giovane Holden Baricco in poi - le schiere di chi si fa un pregio di scrivere con l’inchiostro simpatico.
Donato Carrisi, Il suggeritore, Tea, pp. 462 € 5

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