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domenica 8 maggio 2016

Ombre - 315

Roma si ferma sabato. Per una manifestazione contro il Ttip. Che non si sa cos’è – è un trattato di libero scambio che l’Ue negozia con gli Usa.  Guida la manifestazione la Cgil, una parte almeno della confederazione. Per non contestare le cose solide, per esempio le pensioni, i salari, la dequalificazione del pubblico impiego, le addizionali sulla casa?

Fulcro della contestazione al Ttip sono i “pendolari” della manifestazione, così si chiamano. Una specie di masse di pronto intervento. Che non solo i week-end, anche i giorni lavorativi manifestano: un giorno all’Expo, uno in Val di Susa, uno al Brennero, uno per le case occupate e uno per i teatri occupati. Sarà la sindrome di Napoli, dei disoccupati organizzati. Ma a che fine, Renzi cosa ha da dargli?

Deutsche Bank , a freddo, attacca l’Italia e Draghi sul “Financial Times”. Federico Fubini sul “Corriere della sera” dice che non è successo nulla: “Italiani e tedeschi non sono tutti così”. Certo, c’è a chi piace essere buggerato.

Il governo francese finanzia Électricité de France per tre miliardi, e Areva, che fabbrica i reattori nucleari per Edf, per cinque miliardi. Il “Corriere della sera” spiega non richiesto che non è aiuto di Stato: “La Commissione di Bruxelles ritiene che non vi sia aiuto di Stato là dove un investimento pubblico viene fornito alle stesse condizioni di mercato che verrebbero offerte a un investitore privato”. Un mercato delle centrali nucleari? Sublime europeismo, cieco – oppure no?

Vince nei sondaggi la candidata al Campidoglio di Grillo, un’avvocatessa senza passato che promette una teleferica, e la canna libera. Ora, come può essere? I romani vogliono adeguarsi all’immagine deteriore della città? I sondaggi sono falsi – sono fatti per portare gli astenuti al voto? O tanto peggio tanto meglio – per chi?

Scalpita per candidarsi a Roma anche Beatrice Lorenzin. Che non solo non ha voti, ma non sa che una buona metà dei romani, ai quali ha letteralmente tolto la sanità, la lincerebbe senza giudizio. Ma scalpita, Lorenzin, perché vuole suo fratello assolutamente presidente di un municipio. Vero.

La liberazione di Palmira non c’è un Prokofiev a celebrarla, ma ci ha pensato Putin: ottocento ettari bonificati dalle mine, e una concerto per ristabilire i valori. “Un gesto di gratitudine, memoria e speranza per tutte le vittime del terrorismo in qualsiasi parte del mondo”, recita il Piccolo Padre. E non possiamo contestarlo: ci siamo persi pure le messinscene, Hollywood è a Mosca.

C’è un boicottaggio della Siria, oltre che della Russia: non vogliamo vedere né sapere. Da quando la Siria si è liberata grazie alla Russia. Facciamo come lo struzzo, non vogliamo vedere? Volevamo la Siria liberata a opera dei predoni e per questo siamo arrabbiati?

Non ci sono più i valorosi inviati che rischiavano la vita in Siria con – per mano di - gli amici democratici dell’Occidente. Se non si rischia niente democrazia e niente informazione? La libertà come masochismo non è male.

I nostri liberatori sono i Poroshenko. Le Al Qaeda e gli Is prima che si rivoltino. E i gloriosi combattenti anonimi per la libertà che ovunque, dal Kossovo a Kiev e al Curdistan, lottano, anch’essi per mettere fieno in cascina. I nostri nemici siamo noi.

“Quando uno specchio riflette un bubbone si tira al solito una scarpa contro lo specchio per romperlo”, dichiara il giudice Caselli a Liana Milella di “Repubblica”. Lui usa così?

Fanno male ora le intercettazioni – ora che non c’è più prudenza negli intercettatori. Il sindaco di Lodi veniva registrato senza nessuna ipotesi di reato. Lo stesso il giornalista di Partinico, benché (piccolo) ricattatore.

Grillo prima faceva congressi per cacciare questo e quello che era andato in televisione. Ora li promuove, a sindaci, presidenti del consiglio, e chissà, con gli anni, presidenti della Repubblica solo perché sono telegenici, vengono bene in televisione.

Non si capisce più nemmeno chi è chi. Gli amici degli amici sono malfidi, e anche gli amici. Mentre gli ex avversari politici, esecrati, si ritrovano ruote di scorta. Con compagni e compagne di questo e di quello, ex amanti insomma, questo si capisce, ma si vorrebbero presumere remoti anche se sono genitori dei propri figli. 

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