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domenica 25 giugno 2017

A ottobre la rivoluzione russa fu bloccata

Una rivoluzione interrotta: il bolscevismo interruppe il moto rivoluzionario che agitava la Russia da almeno una dozzina d’anni, dal 1905. Presto degenerata in guerra civile, a opera di Lenin e Trockij, i leader bolscevichi. E in dittatura sterminatrice, con Stalin e la sovietizzazione forzata. Lo stesso Trockij non ne esce bene, che ha avuto a lungo opinione favorevole, dopo la rottura con Stalin: era uno sterminatore, forswe solo meno cupo di Stalin.
Un’evocazione agile, non un libro di storia, né di sociologia politica: storico della letteratura, Carpi si limita a dire le ragioni degli uni e degli altri. Con un nesso di fondo, però, che è nella stessa unicità del suo lavoro. Quasi: le celebrazioni dei cento anni della Rivoluzione d’Ottobre si segnalano per il silenzio.
Non c’è un bilancio della rivoluzione d’Ottobre. Cioè, non si riesce a farne uno positivo. Per qualche aspetto. Le conquiste dei lavoratori, sindacali, assistenziali, previdenziali, erano già avvenute. Perfino il Primo Maggio era acquisito. Il sovietismo semmai ne bloccò possibili sviluppi, erigendosi a nemico piuttosto che a motore dello svilppo - del reddito, del benessere, della giustizia sociale. Dando alle masse, con la propaganda (il mai abbastanza valutato Willi Münzenberg) e con la forza della Russia, un illusorio romanticismo rivoluzionario. Presto peraltro spento – i comunisti italiani più che altro avevano il fegato marcio, per la tanta tattica.
Guido Carpi, Russia 1917, Carocci, pp. 199 € 17

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