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mercoledì 28 giugno 2017

L’Interno contro Minniti

Salterà il governo per fare saltare Minniti? Il Ministro dell’Interno è un corpo estraneo alla struttura ministeriale, da sempre democristiana, e tanto più dopo la lunga gestione Alfano. Sull’ordine pubblico: prefetti e questori, fino al capo della Polizia, il finora pacifico prefetto Ganrielli, si fanno in quattro per forzare la repressione. E sulla questione immigrati. Questa soprattutto.
Il ministro ex Pci, benché di Veltroni, che vuole negoziare accordi con i paesi di origine, del sub Sahara, e accordi anche militari con i paesi  di traffico, Libia e Tunisia, è seguito a malincuore dalla tecnostruttura.
Il ministero non vede l’immigrazione disordinata di massa come una questione da ridurre e risolvere all’origine, ma come un business da gestire. Per il potere che deriva dall’assegnazione a questa o quella onlus o associazione di un congruo numero di immigrati con la relativa diaria. Nonché ai Comuni, tutti amministrati dagli amici degli amici, che ospitano i centri di accoglienza (edilizia, posti, forniture). Indifferente anche per questo alla mancata ricollocazione degli immigrati nei paesi europei sulla base degli accordi di due anni fa, che Minniti vorrebbe invece far rispettare.

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