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domenica 16 dicembre 2018

Mueller può attendere

Cessato il confronto quotidiano con Trump, i Democratici aprono la seconda parte della legislatura con una strategia “bipartisan”. Sul commercio estero, sui farmaci troppo cari (sull’Obamacare), sulle infrastrutture da rilanciare, e anche sull’immigrazione – un problema che si era prospettato già con Obama, per l’elevatissimo numero di arrivi ogni anno dall’America Latina.
Alle elezioni di midterm il confronto con Trump non ha pagato: i non condizionali sono stati solo 9 su 224 deputati democratici eletti. Che hanno strappato la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti ma solo con politiche moderate, a danno di repubblicani moderati anti-Trump. La rincorsa politica non si fa più sulle estreme, sul presupposto che Trump fosse il prodotto di un voto estremista, militante, ma con la rincorsa al voto moderato.
Nancy Pelosi, che dovrebbe guidare come speaker la Camera dei Rappresentanti, è una dichiarata avvocata di un Parlamento non conflittuale con la presidenza. Il suo probabile contraltare al Senato è della stessa opinione, il senatore repubblicano Mitch McCollen. La partita politica si deciderà in campagna elettorale fra diciotto mesi. 
Pelosi ha anche dichiarato, a nome del partito Democratico, che “l’impeachment di Trump non è in agenda”. Si spiega forse così la relativa inerzia del tribunale special di Robert Mueller, il Procuratore del “Russiagate” che ha anche poteri giudiziari. A due anni e mezzo ormai dai fatti che dovrebbe giudicare.

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