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venerdì 22 febbraio 2019

Le scienze inutili

Non si contano le “scienze” che si insegnano nelle università, per fabbricare diplomi a nessun uso. Solo alla Sapienza ce ne sono di questi generi – oltre a quelle canoniche, matematiche, fisiche, biologiche, naturali, ambientali:  della formazione, dell’informazione, del turismo, alimentari, informatiche, informatiche della comunicazione digitale, psicologiche, archeologiche, aziendali, economiche, dell’organizzazione, della moda, della moda e del costume, della natura, della prevenzione sanitaria, delle tecniche diagnostiche, dell’esercizio fisico, della cooperazione internazionale, del servizio sociale, linguistiche, letterarie e della traduzione, storiche e storico-religiose, della sostenibilità, della comunicazione visiva e multimediale, dell’editoria e scrittura, della mediazione linguistica e interculturale.
Un business piccolo-grande – di costo unitario ridotto ma moltiplicato per grandi numeri. Ma con effetti deleteri per i giovani e le famiglie, che ci sprecano tempo e soldi, specie i fuori sede. Per titoli i cui effetti sono solo dissolutivi,  sulla mentalità, la capacità e la voglia di fare dei giovani e anche delle famiglie. Per le aspettative irragionevoli: non preparano a niente, se non a sentirsi vittime, passive, inerti. I “bamboccioni” nascono con la moltiplicazione delle “scienze”..

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