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lunedì 13 maggio 2019

Letture - 384

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Autobiografismo – “Si potrebbe dire di un’autobiografia: questo lo scrive un dannato dell’inferno”, L. Wittgenstein, “Movimenti del pensiero”, 51.

Carlo Botta - Dimenticato è l’autore della “Storia d’Itali”, che nel 1830 sbaragliò il Gran Premio della Crusca. Costringendo Manzoni a ritirare “I promessi sposi”, la prima edizione. Mentre Giacomo Leopardi, che aveva estremo bisogno dei mille scudi in palio, ottenne per le “Operette morali” un solo voto.

Nibelunghi – Un ciclo epico, che non si presta alla drammatizzazione. È il parere articolato di Wittgenstein, musicologo forbito, nel diario che tenne a Cambridge nel 1930-22. Per un motivo: certa materia recalcitra alla forma. “Curioso è vedere come la materia si opponga alla forma”, è l’annotazione del filosofo. Che la corrobora col ciclo teutonico: “La materia dei Nibelunghi si oppone alla forma drammatica.  Essa non vuole diventare un dramma e non diventa un dramma, e si arrende solo là  dove il poeta o il compositore si decide a diventare epico”. Questo effetto Wittgenstein vede ne “L’anello dei Nibelunghi”, il Festspiel di Wagner: “I soli luoghi durevoli e autentici nell’«Anello» sono quelli epici, nei quali o il testo o la musica narrano”.
La conclusione è ironica: “Perciò le parole dell’ «Anello» di maggiore effetto sono quelle delle didascalie per la messinscena”.

Nietzsche – Tenne nascosto a lungo a casa, alla temibile sorella minore Elizabeth e alla madre Franziska, l’incontro fatale con Lou Salomé. “Cosi mi mantengo più indipendente”, scriveva alla sua fiamma. Era il 1882, aveva 38 anni, e baffoni spioventi, che gli coprivano la bocca e il mento, come un tricheco. Li portava spiritosamente: nelle foto di quell’estate sembra rigenerato, imbellito. Perfino alto, benché non lo fosse, con  un sguardo sereno, sicuro.
Ma sapeva il suo problema: “I solitari come me devono abituarsi lentamente  anche alle persone che per loro sono le più care”. Amava Lou, sentiva il bisogno di una relazione stabile, ma non sapeva vivere che da solo - si era abituato a vivere da solo. 

Monopolizzato, volgarizzato, in Italia da D ‘Annunzio. È per questo, anche, che D’Annunzio diventa dannunziano, un ducetto, estetizzante. Mentre Nietzsche passa per santo patrono, incubatore e pronubo, dei destini eccezionali – il nostro.

Antesignano di Trump? È la tesi di Paul Mason, sotto un titolo apparentemente anodino, “”Reading Arendt is not enough”. Dopo esserlo stato di Hitler e del nazismo Andando perfino oltre a quanto Elizabeth Förster-Nietzsche aveva voluto del fratello: “Nietzsche è il filosofo universale della politica reazionaria... Dice all’élite che le élite sono necessarie, ed è brutalmente chiaro che questo richiede una forma di apartheid sociale nel quale la maggior parte delle persone svolge «lavoro forzato»…. Idoltra il «tipo criminale»: per essere un supereroe al gangster manca solo  «la giungla, una certa forma della natura più libera e più pericolosa», nella quale possa dimostrare che «tutti i grandi uomini sono stati criminali e il crimine è parte della grandezza»”. E non è finita. “Perché questo importa? Perché, se vogliamo tracciare il filo che lega la barbarie del periodo coloniale, la diffusa adozione dell’irrazionalismo tra gli intellettuali europei degli anni 1920, l’ascesa dei nazisti al potere alla contemporanea vera-destra, esso si radica, soprattutto, nella dottrina dell’amoralismo e della supremazia biologica predicata da Nietzsche”.
Mason, eretto a filosofo in Italia, è un “giornalista, regista e personaggio radio” che con questo saggio promuove il suo ultimo libro, “A clear bright future: a radical defense of the human being”. Ma assimila Nietzsche a Hitler, nonché a Trump. Aggiugendovi una lettura strepitosa di Hannah Arendt, strepitosamente assassina: Arendt è una hitleriana in petto, che vuole “salvare” la Germania dall’ignominia: “Non importa quante cause progressiste ha patrocinato, la sua era una visione contaminata dall’ammirazione per la tradizione reazionaria tedesca nella filosofia cominciata da Friedrich Nietzsche” – a Hitler, nonché a Trump.
Troppe scemenze in due righe. Ma non solo dal Saggiatore e da Mimesis, Mason è accreditato pensatore dalla “New York Review of Books”, rivista e casa editrice rispettabile, che il suo saggio ospita in apertura:
Poi si dice che è tutta colpa di internet e dei social, che hanno aperto gli stazzi.

Lou Salomé – L’amore che non fu di Nietzsche gli veniva così descritta, quando era scappato a Messina, da Paul Rée, amico di entrambi, che conosceva Lou da prima di Nietzsche: “È un essere energico, incredibilmente astuto, con le qualità più femminili, quasi infantili”.

Sherlock Holmes – Raffles, il ladro gentiluomo, nonché giustiziere e giudice, inventato da W.E.Hornung a fine Ottocento, subito dopo Sherlock Holmes, è l’antitesi dell’investigatore che sa tutto. Hornung non per caso era cognato di Conan Doyle, ne aveva sposato la sorella.

Tedeschi - “Devo ben pagare il fatto di essere tedesco; è nel carattere dei tedeschi che essi diventino pesanti sopra ogni cosa, che ogni cosa diventi pesante su di loro” – Goethe, “Wilhelm Meister”. 

letterautore@antiit.eu

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