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mercoledì 29 gennaio 2020

Quando l’America era innocente

Una rivendicazione, nell’America di Trump, ma più una consolatio. Un tuffo nell’Età dell’Innocenza Americana, a Concord, nel New England colto e buono  dopo la guerra civile. Con un tocco di genere, anch’esso salutare – la storia è femminile.
Le quattro sorelle sbocciano, sognano, amano, sposano, muoiono, nella concordia di fatto. Personale, familiare, sociale e, si suppone, nazionale. Nel solco corretto – qui, 1861, unionista, il fronte per il quale il padre assente professa come cappellano. I più agiati compartecipano con i meno fortunati, e questi con i poveri. Tutto romantico romantico, con accompagnamento di Chopin, Schubert, Beethoven, Brahms, Dvorak. Senza rivendicazioni litigiose, di razze estranee o minoranze.  
Venticinque anni dopo l’ultima riduzione  cinematografica, ma già la sesta o la settima: la nostalgia è forte.
Greta Gerwig, Piccole donne

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