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domenica 5 aprile 2020

La Cina si dà vincente nel triangolare con Ue e Usa

La Cina già celebra – celebrava già a metà marzo, avendo dichiarato debellata l’epidemia di coronavirus. Celebra la vittoria nel torneo virtuale a tre con l’Europa e gli Stati Uniti sul campo del contagio.
Per la Cina “parlano i fatti”. Per “l’Occidente” invece si apre “una crisi ideologica”. È la prospettiva delle cronache del “Global Times”, il tabloid popolare, che si pubblica anche in inglese, del “Quotidiano del popolo”, l’organo ufficiale del partito Comunista Cinese.
Per l’Europa è presto detto: “La Ue manca di un coordinamento generale, il che ironicamente porta a frizioni fra gli Stati membri”. O anche: “I paesi europei non condividono la sovranità in tutti gli aspetti” – quello che si sa: sono una federazione che non è una federazione. Nella fattispecie “i paesi (del Nord Europa) non sentono lo stesso dolore dell’Italia”.
Quanto agli Stati Uniti, già a metà marzo nel “Global Times” si poteva leggere: “Il coronavirus è diventato un test del sistema politico americano”. Quasi una profezia: del rapporto tra la presidenza e il Congresso, tra la federazione e gli Stati, tra il presidente Trump e i suoi sfidanti nella campagna presidenziale.
L’“Occidente”, diceva bene “Global Times”, è nella tempesta per avere “dissipato” nell’inconcludenza i “50 giorni” – per “50 giorni” si indica in Cina l’epidemia poi debellata partita da Wuhan.
Da allora, la “vittoria” ha preso anche consistenza economica: la Cina ha riavviato la produzione da quasi un mese, mentre gli Stati Uniti e gran parte dell’Europa sono bloccati. E hanno perduto molte posizioni nel mercato globale in favore della concorrenza cinese.   

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