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venerdì 2 ottobre 2020

Se la tradizione è cativa

Scene belle, da documentarista esperto quale è Roccati. Per una storia di resistenza agli inquinatori. Una storia semplice. Del contadino, vedovo inconsolabile, padre di una figlia problematica, che con lei deve affrontare un’odissea terrestre per aver resistito agli inquinatori, per cui vediamo la Lucania quale è, fascinosa, ordinata e pulita, per finire poi vittima degli inquinatori, una morte che libera dalla figlia dai suoi diavoli interiori. Ma anche ambigua. L’ambiguità della storia è data dalla localizzazione gridata dal titolo: la Lucania. Violenta, anche il padre lo è, di linguaggio cupo e chiuso. E ancora immersa nella stregoneria, nera e bianca – la musica.
Una storia di tutti, siamo tutti contro l’inquinamento, benché localizzata, sarebbe stata più accetta, mentre così sembra un attacco polemico. Che un mondo moderno accula alla durezza familiare, la stregoneria, la violenza sull’ambiente e sugli uomini – nel mentre che dice i  briganti storici combattenti di libertà. La tradizione non è bella se è cattiva.
Il film si vede su Sky perché all’uscita, ancora in stagione, a giugno 2019,  è andato deserto - visto da tre-quattromila spettatori, tutti in Lucania, la curiosità della prima uscita, e subito uscito dalle sale. È difficile trangugiare un mondo fantastico e favolistico che si pretende reale, da denuncia sociale.
Gigi Roccati,
LUCANIA –Terra Sangue e Magia

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