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lunedì 1 febbraio 2021

Falsi d'autore, a quattro mani

Racconti brevissimi, e densi, si direbbe, più che straordinari: di lettura stranamente non veloce, anzi anche faticosa. Un massimario, anche sentenzioso, dietro la compilazione faceta. Molti sono i sogni, e i sogni dei sogni, per intendersi.
Sono testi orientali per lo più, aneddoti, moralità, sogni appunto. Inventati dai due amici burloni, oppure no. Più molti Kafka, un paio di Max Jacob, e qua e là altri fantasisti, Cocteau, Silvina Ocampo, moglie di Bioy Casares e musa di entrambi, Stevenson, Santiago Dabove. 
Numerosi i ricorsi a Richard Francis Burton, specialmente frequentato da Borges per le note alla sua traduzione delle “Mille e una notte”. Anche di questi racconti straordinari le note sono spesso la parte più interessante. Comunque indispensabili per il gioco, poiché di un gioco la compilazione è frutto, per poter giocare con gli autori. 
Borges e Bioy Casares vi praticano “nella misura più rilevante e nelle forme più varie”, annota Tommaso Scarano, custode e interprete di Borges in Italia, “il gioco scanzonato delle opere e degli autori immaginari, delle false attribuzioni, delle interpolazioni apocrife”. Se ne dilettarono congiuntamente per molti anni su varie pubblicazioni, e questa è una delle tante antologie che se ne sono fatte. Per circa quarant’anni Borges e Bioy Casares collaborarono in vario modo. Più spesso con  rubriche a quattro mani di note e racconti brevi, moralità, apologhi, citazioni, la cui fonte può essere reale o inventata.
Parte di queste storie sono confluite anche in altre opere di Borges.
Jorge Luis Borges-Adolfo Bioy Casares, Racconti brevi e straordinari, Adelphi, pp. 204 € 13

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