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venerdì 12 febbraio 2021

Ombre - 529

In sedici mesi di attività, settembre 2019- dicembre 2020, i “navigatori” del lavoro hanno svolto in media un colloquio al giorno, un po’ meno, e una verifica ogni due giorni, un po’ meno, calcola “Il Sole 24 Ore”. Va bene che per metà tempo c’è stata l’epidemia, ma soprattutto c’è la voglia grillina di non lavorare - del tutto dovuto, di mungere la vacca. Anche al Nord, non solo in Calabria.
Dovevano avviare al lavoro i percettori del reddito di cittadinanza.
 
I consulenti del lavoro invece hanno “messo in sicurezza” (“ristori” e altri busillis) sei milioni di occupati. Ma i consulenti non sono statali.
 
La presidente dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, spiega così al “Corriere della sera” il governo della pandemia da parte del governo dell’avvocato Conte: “Combattiamo “con i 22 Dpcm emessi da inizio pandemia, con i 14 decreti di previsione degli ammortizzatori sociali, applicati con 25 modi diversi, per ottenere il medesimo sussidio”.
 
“Eni,  archiviato il fascicolo nato dalle parole di Amara sul giudice”,  “Corriere della sera”. Che vorrà dire?
https://www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera/20210212/282132114141583
Lo stimato cronista giudiziario Ferrarella, all’orecchio della Procura di Milano, è stizzito: voleva Eni – di questo si tratta – condannato, sennò che cronaca è? Che giornalismo è?
 
È stupefacente l’acredine contro i Carabinieri dei cronisti romani di nera al processo per l’assassinio del brigadiere Cerciello, ucciso a freddo da due americani in cerca di droga. Merito degli avvocati della difesa. Degli avvocati di uno dei due killer, Gabriel Natale Hjorth, di famiglia ricca che non bada a spese pur di far dire che Cerciello praticamente si è autoaccoltellato.
La famiglia Hjorth paga anche i cronisti? E sennò bastano due avvocati per fare il “Corriere della sera”, “la Repubblica”, “Il Messaggero”, le cronache romane?
 
Ultima carta nella lunga rincorsa alla rielezione, la sindaca di Roma Raggi, dopi i premi ai 22 mila dipendenti comunali, e una miriade di appaltini, lancia un concorsone: 1.512 assunzioni a tempo indeterminato. E non sbaglia colpo: gli iscritti, sinora, sono 180 mila.
 
È singolare il degrado di tutte le strade di Roma, Centro compreso, invase da cartacce, escrementi e ortiche, in questi anni di sindacatura 5 Stelle, che pure dice l’Ambiente in cima ai suoi pensieri.
 
Nel 2016 la sindaca di Roma Raggi barattò la Olimpiade a Roma nel 2026 con una teleferica – anche con lo stadio della Roma, ma lì le è andata male, troppa corruzione, troppo disinvolta. La teleferica fu il suo cavallo di battaglia, l’unico: avrebbe collegato un capolinea della metro al suo quartiere, Casalotti. Ora rilancia: “Tanto”, twitta, “qualora la funivia non dovesse servire, si smonta e può rimontare da un’altra parte”. Un personaggio che non si saprebbe inventare.
Certo, non si può dire cattiveria il candore, non c’è arma.
 
Ivo Mej fa sul “Fatto Quotidiano” l’elenco di quello che Grillo doveva essere e non è stato, il movimento 5 Stelle – non trova nemmeno una briciola di tante buone intenzioni. Se non che uno si dice: possibile che Mej, un giornalista, ci credesse?
Oppure: e meno male, al primo punto di Grillo non c’era l’abolizione del giornalismo?
 
“Draghi è appeso a Rousseau”, titola “Il Fatto Quotidiano” della farsa referendaria 5 Stelle sul governo: “Base furiosa, risultato in bilico”. Di un’esercitazione furbesca per avere i titoli dei media?
 
Fanno pena i “costruttori” di Grillo accorsi in aiuto a Conte all’ultima ora. Specie la onorevole Rossi, già stretta collaboratrice di Berlusconi (“la badante del Cav.”). O l’altra grande beneficata di Berlusconi,  l’altrimenti anonima Renata Polverini. Il trasformismo non paga, neanche le mance.

L’allenatore Conte che deve tutto alla Juventus, tutti i titoli che può vantare, da calciatore e da allenatore, dileggia la Juventus con indici, corna e ingiurie, perché viene battuto in Coppa Italia. Una forma di suicidio, di uno che deve i suoi ingaggi stratosferici al fatto di aver vinto con la Juventus, e poi niente, solo sconfitte. Anche l’errore di identificare il calcio con l’allenatore, di farne un idolo.

È palese il disastro sudtirolese nella gestione del coronavirus, con Bolzano segregata dal resto del mondo. Per imprevidenza e incapacità. Con danno del turismo invernale, che fa la metà dell’economia metropolitana, degli innumerevoli campi di sci che la popolano. Ma non c’è autocritica a Bolzano e dintorni.
 
La provincia di Bolzano è diventata l’appestata d’Europa perché da giugno si è gestita da sola i contagi, sfidando Roma – e Roma non l’ha deferita al Tar, come ha fatto con altre regioni. E perché l’Austria ha voluto che Bruxelles la dichiarasse superrossa, per poter arrivare di fatto alla chiusura della frontiera.
 
Ogni volta che c’è da decidere qualcosa per i 5 Stelle, deve accorrere il comico Grillo da Genova. Come dei minori, per i quali deve decidere un adulto.
E cosa chiede Grillo? L’industria dell’ambiente - è un comico, non un ipocrita.

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