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mercoledì 3 marzo 2021

Cronache dell’altro mondo - bellicose (97)

Biden come Trump, contro tutti eccetto che con l’Iran. Più oltranzista di Trump con Russia e Cina.

Biden ha promesso niente guerre in Medio Oriente, in prima linea o per procura, ma non intende fermarle. Eccetto che con l’Iran: bizzarramente possibilista, nello Yemen e sull’atomica, solo col regime più irreducibilmente antiamericano. Affascinato forse, da buon credente, dai sai degli ayatollah. Ha voluto grande rumore attorno a un miniraid aereo contro una base Hezbollah in Siria, la forza armata siro-libanese armata e controllata da Teheran – un raid senza danni. Ma lascia lo Yemen all’Iran e stacca la spina all’Arabia Saudita, l’avversario principale degli ayatollah nel mondo arabo. Fingendo che il presidente iraniano moderato Rouhani conti qualcosa.

Gli ayatollah hanno rapito e fatto rapire molti americani, a partire dal personale d’ambasciata nel 1980, hanno ucciso e fatto uccidere oppositori inermi, anche negli Stati Uniti, hanno un’economia parallela che si fa beffe delle eterne sanzioni americane, armano e gestiscono forze terroriste in Medio Oriente, come gli Hezbollah, e si arrogano per disprezzo l’elezione del presidente americano, nel 1980 contro Carter, a novembre contro Trump.
È per questo che Biden crede agli ayatollah? Di cui non subodora la forza politica - la scaltrezza?  Non è il solo: sono quarant’anni e passa che gli Stati Uniti non capiscono nulla – apparentemente - degli ayatollah, pur disponendo del meglio dell’iranistica, e di molte spie dentro l’Iran. Come a dare ragione al loro feroce antiamericanismo, incapaci di comprendere il linguaggio levantino, pure esplicito in questo caso, non subdolo.
Biden ha dato via libera all’Iran nello Yemen in omaggio ai diritti umani, sanzionando cioè l’Arabia Saudita sui diritti umani. Ma non li protegge dove sono insidiati dall’Iran, in Yemen con gli Houthi, in Libano con Hezbollah – e all’interno dell’Iran.
Lo stesso in Russia, dove invece si è eletto protettore dell’opposizione politica; un atto d’imperialismo non mascherato, che copre con i diritti umani. Nel mentre che scopre – fa infine scoprire dalle innumerevoli agenzie di spionaggio – che l’85 per cento delle grandi imprese cinesi nel mercato mondiale è di proprietà o a controllo statale, del partito Comunista Cinese.

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