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giovedì 4 marzo 2021

Ombre - 552

Le dimissioni di Zingaretti da capo del Pd – “qui si parla solo di poltrone” – sanciscono ciò che si sapeva, che il Pd è un partito democristiano con voti (ex) comunisti. Che il compromesso storico è stato portare i voti comunisti alla Dc – già dai governi di Andreotti, col sostegno di Berlinguer (Berlinguer coefora di Andreotti…). Un Dc l’avrebbe dato per scontato, un Franceschini, un Delrio, un Renzi naturalmente (che potrebbe anche riprendersi il partito, non subito, dopo la sconfitta elettorale, o per il Quirinale), combattere per il potere, in base ai rapporti di forza, senza scandalo.  

La Sapienza a Roma è la migliore università al mondo per gli studi classici – “Classics and Ancient History” nelle graduatorie internazionali. Lo è da alcuni anni ma non lo sapevamo. Perché non è privata – la Bocconi, la Luiss?
 
Dieci Stati americani, informa incidentalmente “la Repubblica”, non hanno mai adottato l’obbligo della mascherina, e un’altra decina ha dismesso o sta dismettendo l’obbligatorietà. Non c’è stata un’azione concertata a livello mondiale e continua a non esserci, su come fronteggiare insieme la pandemia, una concertazione che pure non sarebbe stata difficile. La globalizzazione è solo produttiva – un modo per attingere alla forza lavoro senza prezzo asiatica.
 
Si forma alla regione Lazio, presieduta da Zingaretti, segretario del Pd, una giunta Pd-5 Stelle che ha come obiettivo primo di impedire la riconferma della sindaca 5 Stelle Raggi al Campidoglio a maggio – se si voterà. Ottima mossa di Zingaretti – se riuscirà a trovare un candidato a sindaco al posto di Raggi. Ma i 5 Stelle?
 
Hanno dell’incredibile la velocità e lo spiegamento di forze con cui la pubblicistica (agenzie, social) neo democristiani fanno dell’ipermoroteo Conte il capo dei socialisti europei. Sono ingordi, vogliono tutto. Non gli basta Draghi a palazzo Chigi.
 
Il professor Parisi, fisico eminente, presidente dei Lincei, spiega che siamo nella terza ondata della pandemia da covid, dati matematici alla mano (“picco tra due settimane”), e una quarta è in arrivo. Un disastro? Taglio basso del “Corriere della sera”, a pagina se, di giro, che non lo veda nessuno. È giornalismo? O il professore è un cialtrone, ma allora perché intervistarlo?
Non bisogna disturbare il manovratore, il nuovo governo è tutti noi, vinceremo?
 
Col generale Figliuolo alla regia vaccini, l’evento del secolo è controllato, se non dominato, da un trio di Potenza: la ministra dell’Interno Lamorgese, il ministro della Sanità Speranza, e il generale Figliuolo alla Logistica. Potere a Potenza sa di ovvio. Ma è una impossibile congiunzione astrale.
 
Ci sarà un generale a palazzo Chigi? Dopo i “tecnici” di Scalfari. Dopo i generali commissari di ogni cosa, dalla sanità alle autorità portuali. È possibile: il numero dei generali è cresciuto enormemente, pur essendo l’Italia formalmente in pace col mondo: si diventa ora generali anche a  quarant’anni, non ci sono brigate da comandare ma il titolo fa stipendio. Fa anche massa: si diceva todos caballeros, si dirà tutti generali?
 
Dunque, Wall Street valuta Tesla 660 miliardi di euro. Quanto valuta Toyota, Volkswagen, General Motors, Stellantis, Ford, Mercedes e Bmw insieme. C’è una ragione? Sì, l’inaffidabilità delle Borse, un enorme, incredibilmente ricco, e raccomandato, gioco d’azzardo.
 
Grillo, che sembrava il più eversivo dei politici montanti, e per questo forse è stato votato, si affida a Conte, che è il più democristiano dei neo politici, proprio moroteo – attendista, trasformista, di destra-e-di-sinistra. Quella italiana è la democrazia del gambero: non si fa in tempo a compiangersi che si sta peggio.
 
Arrivato a Milano, sbarella pure Bertolaso, l’ex capo della Protezione Civile che seppe avviare la ricostruzione all’Aquila dopo il terremoto: vuole risparmiare le dosi di vaccino sui settantenni per privilegiare “le fasce più giovani e produttive”. L’aria di Milano fa così male?
I settantenni Bertolaso ha proposto di lasciare indietro nella vaccinazione per un sentito elegante, lui stesso essendone uno. Ma perché parlare tanto, invece di organizzare e accelerare, di fare queste vaccinazioni?  

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