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giovedì 2 dicembre 2021

Il Sessantotto della terza età

Cinquantenne, ex bancario, pensionato baby, vive solo e rispettabile a Londra, Highgate, col tosaerba, e con le dalie da annaffiare, ordinando di tanto in tanto qualcosa a Chicken, il take away – dire rosticceria più non si può – del quartiere, sempre incerto se corrispondere a una remota signorina, che vive in Sud Africa. Fino a che, al funerale della madre, incontra la zia, sorella della defunta, che ha 75 anni ma anche una vita tumultuosa, nella quale lo trascina, dapprima fino a Istanbul sull’Orient Express, poi in Paraguay. Reduce da almeno tre amori assoluti, la zia ha ancora un governante intimo, un gigante africano, e accudisce un traffichino Visconti, ora in tardissima età.
Un racconto allegro della terza età. In chiave sessantottina – in questo un caso unico, non c’è altra narrazione che usi con altrettanta disinvoltura gli ingredienti di quell’epoca: il “fumo”, il viaggio, anche a Katmandù, l’abbigliamento esagerato, l’Africa, l’America Latina dei caudillos  e delle rivoluzioni, il sesso disinibito, la lettura delle foglie del tè e, in anticipo sui tempi, una chiesa per i cani. La spia della Cia, altro ingrediente inevitabile in America Latina, passa il tempo calcolando giorno per giorno l’ora e la durata delle minzioni: “Passiamo più di una giornata l’anno a fare pipì” - di più quando, per esempio col vento o con freddo, si beve più birra, ma la media è quella.
Con la lettura sempre rinviata di Walter Scott, la preferita di papà, “Rob Roy”, un po’ come in Italia si dice di Manzoni, dei “Promessi sposi”. Col tributo di passata sempre a Stevenson, e a Wilkie Collins. La risalita del Paranà prende anche qui molte pagine, come nel “Console onorario”. C’è la dittatura nel Paraguay. E ci sono ci sono i criminali di guerra nazifascisti che circolano nel triangolo, Argentina-Paraguay-Brasile. Uno di questi è il signor Visconti, il grande ultimo amore della zia. E chi ha detto che la madre è sempre certa e il padre no? Qui è il contrario.
Come i numi tutelari Stevenson e Wilkie Collins, Graham Greene è scrittore tumultuoso e veloce, e pure ripetitivo, anche se con ingredienti apparentemente seri, messe e devozioni, guerre e guerriglie, adulteri,  alcolismo, roulette russa.  Il “segreto” dello scrittore liquidando ironico in due mosse: trattare i propri personaggi senza misericordia, come Dickens vuole, e destreggiarsi tra moglie e amante, come Dickens sapeva.
Graham Greene, In viaggio con la zia, Oscar, pp. 364 € 10

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