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sabato 4 dicembre 2021

Se l’Europa fosse stata cortese

Una vertiginosa storia del mondo in pochi paragrafi. “L’ispirazione occitana”, un saggio del 1942 confluito nell’almanacco dei Cahiers du Sud del febbraio 1943, “Le Genie d’Oc”, stabilisce una continuità tra la Grecia, unico valore della classicità mediterranea, col Rinascimento romanico, X-XImo secolo. Che è il vero Rinascimento, non quello che ha usurpato il nome. In altro saggio Simone Weil dice nella crociata albigese il prodromo delle guerre mondiali del Novecento. Che non sembra vero e  non è possibile, ma nella sua prosa è convincente: l’Europa avrebbe potuto essere diversa, sul modello della civiltà cortese, o greca, “inclusiva”, e scelse invece la barbarie “romana”, la conquista.
La deriva “occitana” di Simone Weil è parte di un effetto curioso della guerra, per la separazione della Francia in due: del Sud-Est, sotto occupazione italiana, poco risentita, dalla Francia di Pétain, sotto occupazione tedesca. Poca la differenza, ma abbastanza per ridare lustro alla vecchia civiltà locale travolta dalla storia. Ma è parte anche di una personalità, quella della stessa Weil, non univoca e anzi complessa: a vari spicchi, se non a vari strati. Con la civiltà occitana o cortese schiera Platone, contro la “civiltà” romana, compresa la chiesa di Roma, la “Bestia”.  
Si ripropone l’edizione messa a punto da Giancarlo Gaeta venticinque anni fa. Compresa la “Chanson de la croisade albigeoise”, i passi della “Chanson” commentati da Simone Weil: un poema che idealizza la terra d’Oc, “patria del linguaggio” e luogo della civiltà cortese, nel momento in cui questa civiltà stava per sparire.

Simone Weil, I Catari e la civiltà mediterranea, Marietti pp.104 € 12

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