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mercoledì 22 dicembre 2021

Una casa troppo affollata - mal di regista

Tutto perfetto: autore di nome, titolo famoso, cast affollato, sigla di Jovanotti, molta cucina come si vuole ora in tv, e la famosa famiglia allargata a cui non riusciamo ad abituarci – ai rapporti non rapporti, specie con i figli, che di nulla hanno colpa. Ma un po’ troppo affollata nei primi due episodi della serie. Adesso qualcuno è morto, il padre, con colpo di scena che ribalta tutte le precedenze, e forse, precisandosi il plot, nelle prossime puntate la storia si farà seguire.
Succede con i registi di nome prestati alle serie tv? Con Muccino come già con Guadagnino sulla stessa Sky (“We are Who We are”), che l’ideatore-produttore-regista si perde, o non sa prendere il ritmo dell’“episodio”, 45 minuti sul pioccolo schermo? Di queste serie italiane solo Sorrentino, con i due “Pope”, si è salvato, e si capisce come, la chiave è chiara: giocando sui personaggi, tre-quattro per serie, le vicende contano poco, il tempo è ridotto e lo schermo comunque piccolo. come ora con Muccino.
Gabriele Muccino, A casa tutti bene, Sky Cinema

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