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sabato 17 dicembre 2022

La Sardegna inappetente

Inappetente. Anzi, irritante. Sembra un diario di scuola, quando usava, delle elemntari. Leggendolo a seguire alla Sardegna di Jünger, o di Lawrence, già allora disponibile, un’impressione di squallore.
Vittorini esordiva così nel 1932, a 24 anni ma già parte della Firenze letteraria che faceva l’epoca, in viaggio-premio de “L’Italia Letteraria” – premiato a sua volta da Deledda: col niente. Salite e discese da torpedoni e vapori, uomini accigliati con la barba di otto giorni, pietre, e silenzio, i sardi non parlano.
Alessandro Cadoni nell’introduzione dà qualche motivo di curiosità attorno al testo – di cui fa anche una succinta notazione delle varianti, nelle pubblicazioni in rivista prima che in libro. La decisione de “L’Italia Leteraria” di premiare in qualche modo Vittorini, giovane impecunioso a Firenze, come tutti, correttore di bozze alla “Nazione”, traduttore improvvisato, giornalista letterario. L’anticipo dei soldi per la “crociera” sarda da parte di Montale (“Elio è sui nuraghe e speriamo che vinca stavolta le auspicate 5000 lire”, così ne scriveva a Quasimodo, che di Vittorini aveva sposato la sorella). L’indecisione di Deledda, che presiedeva la giuria del rpemio. Ma poi sconfina evocando Defoe, Stevenson, Jack London. E una Sardegna suggerendo di cui nel libretto non si trova traccia: “Arcaismo, metafora, analogia, suggestione, sogno”.
Cagliari, per dire, “sopra un monte metà roccia e metà case di roccia” è la “Gerusalemme della Sardegna” – che non vuole dire nulla, tanto meno per Vittorini. Sassari è sassi, un posto muto. Alghero embra di pietra pomice” – “E a sapere che vi parlano catalano, mi diventa più oscura nell’imbrunire nuvolso d’una S pagna, anzi d’una Spagna d’America”... Il doganere ozioso è “il re della spiaggia” – la Sardegna è un’isola dove chiunque “poteva venire a farsi un regno e chiamarsi re”.
Con un inno a Arborea (“Mussolinia”), al trionfo della bonifica, contro la malaria: entusiamava anche Corrado Alvaro, non per propaganda, la bonifica è come la pencillina.
Elio Vittorini, Sardegna come un’infanzia, Bompiani, pp. X-129 € 12

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