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domenica 15 gennaio 2023

La favola del genio e dei genitori – uniti e divisi

Da vero favolista (Fabelman) Spielberg scioglie questa volta la tensione catastrofista di cui è maestro nel racconto della vita amorevole e difficile in famgilia e tra i genitori. Il papà “ingegnere”, informatico della prima ora, geniale ma positivo (la posizione, la carriera). La madre, di quattro figli, artista incompiuta, innamorata del miglior amico del marito. Su un fondo storico per una volta non “americano” - vero, verosimile: il deserto in Arizona, l’isolamento nella California del Nord (che pure dovrebbe esseere Seattle, ma allora fuori dalla leggenda), dove non hanno mai visto una famiglia di ebrei.
Una serie di immagini tutte per qualche verso notevoli. La prima è sulla predestinazione al cinema, al primo film visto, a sei anni, alla vigilia di Natale. Che non si celebra perché la famiglia è ebrea. La nonna paterna, ebrea di New Yor, quindi sprezzante. I boy-scout e i “brevetti”: la fotografia, il salvataggio in acqua. Il liceo con i compagni dell’Alta California alti come i sequoia. Il primo amore con una ragazza che ama Gesù e lo prega. La vita solitaria col papà single, spedendo soggetti e progetti, cui enssuno risponde.
Su tutto la sua propria vocazione al primo film che vede, del dimenticato Cecil DeMille, “Lo spettacolo più grande del mondo”. Con i banditi inchiodati al passaggio a livello, che un treno manda per aria, per poi proseguire cieco alla distruzione di tutto ciò che incontra. Una passione che coltiverà ingegnoso con tutti i mezzi, i trenini da collezione, le macchine fotografiche di famiglia, anche di poco conto, la prima cinepresa. Il western con gli scout. La festa di fine anno al liceo – una celebrazione della fisicità “americana” - non della propria famiglia. L’incontro con John Ford, che lo ammette per cinque minuti, forse uno.
Un fim d’epoca con molta Storia che altrove non si trova, non al cinema. E una storia personale, familiare, semplice e emozionante. Non si ride, e non si piange, ma le tante scene, una dopo l’altra, sono tutte memorabili. È per lo spettatore come lo stesso Spielberg dice in un ringraziamento prima del film: “Noi ci siamo divertiti”.
Steven Spielberg, I Fabelmans

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