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sabato 4 marzo 2023

Pochi a Bruxelles i conservatori della presidente Meloni

Giorgia Meloni è presidente dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr, European Conservative Party), che però è uno dei raggruppamenti più piccoli rappresentati a Bruxelles. Solo due paesi, oltre all’Italia, sono governati da esponenti dei Conservatori e Riformisti, la Polonia e la Repubblica Ceca.

Una delegazione Ecr, molto folta, presieduta da un europarlamentare di Meloni, Italo Procaccini, partecipa oggi al forum dei Repubblicani conservatori americani nel Maryland, che dovrebbe intronare Trump come sfidante di Biden di nuovo alle presidenziali del 2024. In Europa, dove i governi di destra sono numerosi, più di quelli di centro-sinistra, fanno capo invece di più all’Alde, Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa, e ai Popolari. Di destra dichiarata, al punto da essere messo in mora dalla Commissione di Bruxelles sui diritti civili, c’è anche l’Ungheria di Orban, ma Orban fa parte del partito Popolare europeo, non dei Conservatori. Così come la destra al governo in Svezia, il Partito Moderato di Uli Kristersson.

La maggior parte dei conservatori sono più vicini ai Popolari in tema di federalismo debole, e di diritti civili anch’essi deboli, o misurati. Di destra ma Popolari, oltre Orban, sono i governi di Austria, Cipro, Croazia, Grecia, Irlanda, Ungheria, Romania, Lettonia, Lituania, Slovacchia.

Molti conservatori sono nell’Alde – volendosi distinguere per l’approccio liberale, più che conservatore: la prima ministra dell’Estonia Kallas, il primo ministro Rutte in Olanda, i fiamminghi al governo in Belgio, i Liberali tedeschi, nel governo di coalizione in Germania.

Meloni può vantare parentele solide fuori dall’Europa, essendo il suo Ecr (European Conservative Reformist Party) affiliato all’internazionale conservatrice fondata nel 1983 da Margaret Thatcher, George Bush, Helmut Kohl e Jacques Chirac, l’Unione Democratica Internazionale, Idu (International Democrat Union). Oggi acquartierata a Monaco di Baviera, con ottanta membri, di sessanta paesi, presieduta dall’ex primo ministro canadese Stephen Harper. 

Gli altri governi Ue sono progressisti, come la maggioranza nel Parlamento. Eccetto la Francia, Macron fa parte a sé. Fuori schemi solo la Bulgaria, con un governo, del “tecnico” Galb Donev, che ha la fiducia del presidente Rumen Radev.

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