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venerdì 5 maggio 2023

I prigionieri in Germania non erano resistenti

Si fa confusione sui 600 mila italiani, militari e non, che finirono in Germania dopo l’8 settembre, in larga parte prigionieri di guerra, oppure al lavoro forzato, da renitenti alla leva. Erano per lo più addetti ai lavori in agricoltura, per sopperire alla mancanza di manodopera tedesca, tutta ai fronti  di guerra, compresi gli adolescenti.
La scelta dopo l’occupazione per gli italiani adulti era o combattere o prigionieri in Germania. Per un italiano era una non scelta – si contano quelli che si arruolarono. In Ucraina e in Croazia invece la Germania aveva trovato una risposta larga, con arruolamenti sia nella Wehrmacht sia nelle SS combattenti.
La Repubblica Federale ha poi pagato a questi combattenti le pensioni di guerra. Anche nella forma reversibile, a  mogli e figli.

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