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martedì 25 luglio 2023

Ma come è produttivo l’ozio

“La capacità di oziare implica un appetito cattolico e un senso forte di identità personale”. Si parte così, di volata – non indifferetismo ma operosità. “Il cosiddetto ozio, che non consiste nel non fare nulla, ma nel fare molte cose non riconosciute nei formulari dogmatici dellc classi dirigenti, ha lo stesso diritto all’accettazione della stessa operosità”. L’ozio c’è sempre stato, come Diogene a fronte di Alessandro Magno, c’è, e fa bene, alla salute e agli affari, “ma non si può dire”.
Un testo breve, col titolo appropriato. In originale più in sintonia col personaggio Stevenson, “An Apology for Idlers”. Che è più, nel tono del titolo e nel testo, una giustificazione del bighellonaggio, del dandysmo, dei flâneur –alla Baudelaire, alla Benjamin, non propriamente oziosi. La traccia che riprenderà Bertrand Russell nel trattatello omonimo, dell’ozio come un modo di impiego del tempo. Diverso, e anzi opposto, da chi perde tempo.
Con l‘originale a fronte.
Robert Louis Stevenson, L’elogio dell’ozio, La Vita Felice, pp. 58 € 6,80

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