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martedì 4 luglio 2023

Non si abbatte il diverso

Non è un referendum, ma 50 mila donatori in Francia per il poliziotto killer e solo 12 mila per il ragazzo da lui ucciso riflettono le proporzioni in Francia fra “francesi francesi”, che si sentono francesi a quattro quarti, compresi gli italiani e gli spagnoli immigrati anteguerra, e i francesi recenti, immigrati di seconda generazione, africani – maghrebimi, subsahariani. Questi animati dal risentimento per il passato coloniale della Francia, quelli risentiti dal risentimento - le colonie sono finite in Algeria, quindi sessanta anni fa.

Che i 50 mila siano stati organizzati politicamente non conta. Anche i 12 mila lo sono stati.
Non è nemmeno una questione reddituale, o di posizione sociale, residenziale. Tra le città e la campagna di una volta (le jacqueries”), tra periferie e centri urbani, tra poveri e ricchi. Ma di “differenza”. Che non è razziale o di colore, però lo è: finisce per esserlo nella divisione attuale. Gli italiani “ritals” non erano discriminati dal Fronte Popolare nel 1936 per il colore, questa differenza non c’era. Ma c’era.
Ci vogliono generazioni per “assorbire” il diverso. Anche senza colpe (prevenzioni) specifiche – coloniali, politiche, di colore, razziali. Non si abbatte il diverso. Non con la pistola, ma neanche con le buone parole.

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