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sabato 19 agosto 2023

Cronache dell’altro mondo – presidenziabili (244)

Si apre una campagna per la presidenza degli Stati Uniti all’insegna del giudiziario, A carico di entrambi i probabili concorrenti, Trump e Biden. Di più naturalmente a carico di Trump, sottoposto fino ad ora a quattro o cinque procedimenti (i capi d’accusa sono “otto dozzine” secondo “The Atlantic”),  che dovrebbero tutti andare in giudicato sotto elezioni, a settembre-ottobre 2024. Per l’assalto dei trumpiani al Campidoglio il 6 gennaio 2021, e per varie altre motivazioni. Contro Biden per presunti coinvolgimenti nel traffico internazionale di influenze (in Ucraina e in Cina) del figlio Hunter.

A otto mesi dalle primarie e a quattrodici dal voto, Trump però è in ascesa nei sondaggi, Biden in calo. Il tasso d’approvazione di Biden è basso, attorno al 40 per cento, e in flessione. E la sua ricandidatura non riscuote consensi ampi nei sondaggi degli elettori Democratici dichiarati: attorno al 25 per cento si dice a favore. Nei sondaggi fra gli elettori giovanili di simpatie Democratiche, fra i liceali e gli universitari, ben il 60 per cento si dice a favore di un nome nuovo. Verso il 60 per cento dei consensi va invece Trump nei sondaggi sugli orientamenti repubblicani.

La previsione è che, se non in tutti, in qualche tribunale

Trump sarà condannato,quindi politicamente “azzoppato”

– in uno, in Georgia, a opera di una Procuratrice

Democratica, Fani T.Willis, la sua eventuale condanna non

sarebbe “perdonabile” presidenzialmente, poiché la

giudice ha avuto l’accortezza di montare una causa statale

– su cui la presidenza non ha giurisdizione –e non federale.

Trump invece si fa forte della persecuzione giudiziaria

Democratica subita durate la sua presidenza, 2016-2020,

col Russiagate. Un falso processo montato su un falso

dossier, commissionato in campagna elettorale dalla

contendente Clinton a una ex spia inglese.  

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