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martedì 15 agosto 2023

I primi dinosauri scampati all’estinzione

Il professor Challenger, lo Sherlock Holmes della fantascienza, parte per quella che sarà la prima di una serie di avventure. E la più ristampata degli “altri” Conan Doyle, di fantascienza, di storia, di spiritismo. Sull’altipiano della Gran Sabana, in Venezuela, dove troverà dinosauri e altre specie animali scampate all’estinzione. Opera del 1912. Conan Doyle vi fece tesoro delle conferenze di Percy Harrison Fawcett, un esploratore amazzonico molto celebre - poi scomparso, insieme col figlio e un amico del figlio nella Foresta amazzonica, un caso che fece molto scalpore.

Un romanzo che avvia, si può dire, il filone poi sviluppatissimo della fantascienza. Che subito incuriosì – fu addirittura tradotto dopo pochi mesi dalla “Domenica del corriere”, che lo pubblicò a puntate, di richiamo per i lettori. Il ruolo di testimone-narratore, il dr. Watson della nuova serie, è il giornalista Edward Malone.
Conan Doyle si attiene alla lezione di Darwin, che incontrando delle specie non evolute le classificò con un ossimoro, “fossili viventi”. In questo senso, spiegava altrove il compianto etologo entomologo Giorgio Celli, fa un errore. Ma non giunse all’estremo cui giungerà Wells, che ipotizza la “cavorite”, un minerale anti-gravità, sollecitando le risate di molti – a quest’ora la cavorite sarebbe stata ben lontana dalla terra, in fuga per i cieli.
Un romanzo di curiosità, senza suspense: è lo stesso professor Challenger che racconta la sua avventurosa spedizione, intervistato da Malone. Che si segnala piuttosto, oltre che per la narratività, che perdura benché ormai il mondo dei dinosauri sia passato attraverso innumerevoli racconti e film, per la “scientificità”. Anche in altre questioni Doyle sbaglia, ma pure ci azzecca. A dei pitecoidi antropomorfi attribuisce un linguaggio verbale, mentre già si sapeva che la verbalità è un fatto tardivo dell’evoluzione – si dubita che gli umani del Neanderthal parlassero. Invece è possibile che lo pterodattilo gigante, che pure avrebbe fatto meglio a chiamare pterosauro, il mostro alato a cui fa sorvolare minaccioso l’altopiano, pur essendo un rettile senza denti e un mangiatore di pesci, è stato ritrovato cinquant’anni dopo il romanzo in Texas da una spezione paleontologica, in sedimenti non marini.
Il racconto della spedizione è disponibile in varie edizioni, anche illustrate per ragazzi. Questa ripropone la traduzione della vecchia edizione Theoria, a cura di Fausta Antonucci. Ma senza il commento di Celli che la introduceva, che è un racconto a parte, delle “bevute” della scienza propriamente detta.
Arthur Conan Doyle, Il mondo perduto, Fanucci, pp. 288 € 7

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