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mercoledì 16 agosto 2023

Le quattro primavere

Le presenze a volte si mutano in tracce.
S’incontrava talvolta a Soroti, tra Tanzania e Uganda, sopra il lago Kyoga che il Nilo Vittoria si mette da parte, per una birra, o anche a Dar Es Salaam se andava in banca, e sempre assicurava che l’Uganda è il paese dell’eterna primavera:
- Viviamo tra quattro primavere, i fiori rifioriscono, l’erba è sempre verde.
Viveva in realtà solo. E quindi col problema di convivere con la famiglia della ragazza che a turno stava con lui, e con le gelosie degli altri clan:
- Saggiamente - diceva sereno della dote cui operavano nel fiore le ragazze.
Egli stesso non ambiva che a godersi l’esistente, ricavando dalla piantagione quanto basta a rifare il tetto, migliorare le terrazze, soddisfare le madri. Ma la libertà dei popoli è inflessibile e ora vive a Boccea, all’interno 47 del n. 124 da cui non esce, non sa camminare sull’asfalto, è sposato a una signora che fa l’infermiera, e ne ha avuto un bambino di cui non si cura. Sogna che Obote o Amin gli distruggano la modesta piantagione, incendiando la casa, anche se sono da tempo morti,
e in fuga tra scoppi di mitra e lampi di machete per foreste melmose su corazze di coccodrillo si salvi con la complicità dei vecchi compagni del Che, che lo mettono su un aereo senza bagaglio.

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