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lunedì 8 gennaio 2024

Destra-sinistra, e le concessioni balneari

Ma chi è che non vuole mettere a gara le concessioni balneari? I concessionari attuali naturalmente. Ma a ragione: quasi ovunque hanno fatto investimenti fissi, in legno e in muratura, che qualcuno non ha neanche ammortizzato, e non vogliono perderli. Dappertuto ci sono bar, ristoranti e cabine, oltre agli ombrelloni. E in alcuni posti anche la piscina.
Non c’è neanche la questione fiscale. Le Regioni prendono poco dai canoni di concessione. Ma i concessionari non si sottraggono all’Iva, alle imposte sul reddito e a ogni altro adempimento – controllatissimi, peraltro, dalle capitanerie di porto e la Guardia Costiera.
E dov’è la questione politica, destra contro sinistra e viceversa – la destra che critica la sinistra quando governa la sinistra e non mette e bando le concessioni, e ora il PD che critica, partendo dal presidente Mattarella, il governo di destra?
Ci sono 104 mila concessioni balneari in essere (103.620 per l’esattezza). E quasi due terzi di esse  sono in cinque Regioni amministrate, tuttora o fino a recente, dal Pd: Emilia-Romagna (15,649), Toscana (9.788), Marche (10-402). Liguria (20.513) e Sardegna (11.884).
All’estremo opposto è la Sicilia. Che è tutta coste ma ha solo 488 concessioni (niete clientele in Sicilia? No, niente o poche concessioni a lungo termine. Bandi annuali invece, per strutture mobili - e fedeltà rinnovata).

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