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mercoledì 6 marzo 2024

La sindrome Collina

 Erano passai venti minuti di Bayern –Lazio, giocati a velocità da centometristi, e l’arbitro Vincic, uno sloveno, aveva fischiato solo due punizioni. Al 21’ c’è stato una fallo da giallo, per  bloccare una “ripartenza”, ma Vincic si è limitato all’ammonizione  verbale. Al 20’ di Napoli-Juventus l’arbitro Mariani aveva già ammonito i due pilastri del club torinese,  Vlahovic e Bremer, per falli veniali e forse inesistenti; aveva “fatto” la partita.
L’ammonizione subito è un modo per mettere un calciatore fuori dal match. Ma non uno qualsiasi. Era la chiave del potere del famoso arbitro Collina, quello che “faceva” le partite, ed è il modello dell’arbitro italiano – fra le tante sue imprese, l’espulsione di un calciatore che era appena entrato (un calciatore del Bologna, la città dove era per caso). Guardando Lazio-Milan la sindrome Collina era ancora più evidente, perfino grossolana: l’arbitro Di Bello non sbagliava, voleva sbagliare. Volontà altrettanto evidente nel caso poi dell’arbitro di Inter-Genoa, Ayroldi, che faceva vincere il club milanese non per errore: dava un rigore (necessario a far vincere l’Inter) per un fallo che addirittura non c’era – menre era palese a tutti la simulazione dell’interista coinvolto, Barella.
Collina decideva le partite. Non ha inventato le ammonizioni “strategiche”. Queste erano invenzione di Concetto Lo Bello, l’assicuratore che faceva l’arbitro, e poi ha fatto anche l’onorevole Dc - non lasciando traccia a Montecitorio, salvo che nel “Transatlantico”, dove stravaccato sul divano era famoso per il racconto di come aveva fottuto Agnelli, da milanista, lo ripeteva inesausto. Collina non ha fatto l’onorevole - negli anni suoi non era più possibile. Ma ha scaat tute le psiziioni delacategoria, i match iù imortanti, desigantre arbitrale dell’Italia, pi dell’Ucraina, poi dell’Uefa, ora da molti dela Fifa. Ed è dievntato il mdello degli arbitri italiani; “fare” le aprtite invece di facilitare (consentire, … rare) il gioco del calcio.
Ps. Barella è un nazionale, e quindi si supporrebbe leale, dovendo mobilitare le simpatie di tutti. Ma quella di Inter-Genoa non è la sua prima simulazione.
Un altro Nazionale, Bastoni, è stato protagonista di un’altra vittoria rubata dall’Inter, col Verona – arbitro un Michael Fabbri. Gli arbitri hanno regalato quattro punti all’Inter, molto necessari nei momenti del regalo, e in partite casalinghe contro squadre modeste.
Questo è un altro discorso. Ma anche questo aggiunge alla sindrome Collina. Che professandosi come Lo Bello anti-juventino raccoglie le simpatie di due terzi degli italiani, e con esse la fama di onestà. Ha potuto così frequentare settimanalmente l’addetto agli arbitri del Milan, e poi farsi testimonial della Opel, sponsor del Milan. Sempre campione di onestà.
Tutto Collina ha messo a frutto, da bravo “consulente finanziario”, si capisce che sia un modello.

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