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sabato 27 aprile 2024

Cronache dell’altro mondo – nazionaliste (270)

Gli Stati Uniti nazionalizzano TikTok. Per il timore, dicono l’amministrazione Biden e il Congresso, che i dati di centinaia di milioni di utenti finiscano in mano al governo cinese.
TikTok deve’esere venduta entro sei mesi a interessi di controllo americani. Se i dati di centinaia di milioni di utenti finiscono in mano a interessi americani, e al governo americano, la cosa è indolore?
TikTok è di proprietà per il 60 per cento di investitori non cinesi, per il 20 per cento dei promotori (cinesi) e di interessi cinesi, e per il 20 per cento dei dipendenti. Il governo cinese ha acquisito tre anni fa, tramite il China Internet Investment Fund, un 1 per cento come “golden share”, in caso di scalata da parte di interessi non graditi.
Il 60 per cento che gestisce ByteDance, la finanziaria cui fa capo TikTok, è già in mano americana. Del Susquehanna International Group, del miliardario Jeff Haas, finanziatore di Trump e ispiratore dei primi, abortiti, tentativi di nazionalizzazione di TikTok dell’ex presidente, di KKR&Co (Kohlberg Kravis Roberts), di General Atlantic e del venture Sequoia. Della giapponese Softbank. Della emiratina G24. E dei fondi East e Sain (cinesi di Hong Kong e Singapore) e Primavera e Hillhouse (del giovane investitore cinese Lei Zhang – non degli Zhang dell’Inter, del fondo Suning).
TikTok si può già dire americana, ma evidentemente non abbastanza – l’America non transige sui profitti.

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