Cerca nel blog

venerdì 25 luglio 2025

L’offensiva cinese 2.0

“La prima volta che la Cina ha sconvolto l’economia statunitense, tra il 1999 e il 2007, ha contribuito a cancellare quasi un quarto di tutti i posti di lavoro nel settore manifatturiero statunitense. Ondate di beni a basso costo provenienti dalla Cina hanno fatto implodere le fondamenta economiche di luoghi in cui la manifattura era la principale attività”. Attività perse per sempre. Ma in tutti gli Stati Uniti situazioni simili si sono prodotte, per setori di attività, “in decine di settori ad alta intensità di manodopera: tessile, giocattoli, articoli sportivi, elettronica, plastica e ricambi auto”. Poi, “intorno al 2015, lo shock ha smesso di crescere. L’occupazione nel settore manifatturiero statunitense è rimbalzata, crescendo sotto la presidenza di Barack Obama, del presidente Trump al suo primo mandato e del presidente Biden”.
Perché il nuovo allarme? “Allora non potevamo competere con Temu per le scarpe da tennis, o assemblare AirPods”. O competere su tutto: “Si stima che la forza lavoro manifatturiera cinese superi di gran lunga i 100 milioni, rispetto ai 13 milioni americani. È al limite dell'illusione pensare che gli Stati Uniti possano – o addirittura vogliano – competere con la Cina sulle scarpe da tennis. Ma ora la Cina in molti settori avanzati sta passando “da sfavorita a favorita. Oggi sta contestando aggressivamente i settori innovativi in cui gli Stati Uniti sono da tempo leader indiscussi: aviazione, intelligenza artificiale, telecomunicazioni, microprocessori, robotica, energia nucleare e da fusione, informatica quantistica, biotecnologie e farmaceutica, solare, batterie”. E aggressiva su tutti i mercati, Africa, America Latina, Sud-Est asiatico, e sempre più Europa Orientale. E “Nella ricerca d’avanguardia, la Cina spesso supera gli Stati Uniti con un margine sostanziale”.

In forma di “opinione”, i due economisti richiamano e spiegano in dettaglio la scena di fondo dell’attuale round di negoziati commerciali con la Cina. Da “esperti”, dice il giornale, studiosi accademici di fatto. E nient’affatto persuasi dalla controffensiva di Trump, dalla “filosofia” nazionalistica MAGA.
Gordon Hanson, We Warned About the First China Shock. The Next One Will Be Worse, “The New York Times”, 14 luglio 2025 (leggibile anche in italiano, Avevamo previsto il primo shock cinese. Il prossimo sarà peggiore)

Nessun commento: