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martedì 17 agosto 2010

Napolitano e il golpe continuo

Finirà Napolitano come Cossiga, assediato dai suoi? Per fortuna no: non ha misteri, non del tipo di quelli che l’ex presidente si sta portando nella tomba. E, soprattutto, i suoi più non esistono – chi è Di Pietro? L’escamotage di dare addosso violento a un piccolo deputato berlusconiano, che tra l’altro mostra grande fiuto politico, non ha illuso nessuno nemmeno un minuto, neanche tra gli antiberlusconiani più professionali: il presidente della Repubblica sa il senso e lo scopo dell’assedio, dei giornali e dei loro padroni, di questa quindicina del governo “tecnico”, che dovrebbe assegnare a Montezemolo, oppure a Draghi, oppure a un altro fannullone – dopo la quindicina di passione per il Grande Centro. Né ha scheletri nell’armadio. Napolitano dunque non sarà un altro Cossiga.
Si può anche pensare l’aria del Quirinale infetta. Ci sono luoghi infetti, è notorio. Il Quirinale poi dev’essere pieno di lettori di giornali. Non di quinte colonne, non necessariamente, ma sì di gente la cui massima ambizione, come in un famoso racconto di Gogol’, è di raccontarsi sul giornale, sia pure turpemente. Ma Napolitano viene da lontano, e ha maturato gli anticorpi necessari.
Resta il dubbio se anche questo Parlamento, come ormai sembra certo, sarà messo nell’impossibilità di fare le leggi correttive del golpismo continuo che tiene sotto la sua ferula l’Italia ormai da un ventennio. Con Cossiga, si ricorderà, i golpisti misero in atto una strategia alternativa, aspettare il successore Scalfaro. Ma allora si trattava di avviare il golpe. Oggi solo di non allentarne la morsa. Avrà la forza Napolitano di scardinarlo? Questo è dubbio.

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