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venerdì 22 aprile 2011

Tre Pd al posto di due

Una terza insidia potrebbe dissolvere il Pd a breve, imprevista: quella radicale. Si era dichiarata,e ora si propone a ogni occasione – a Firenze su ogni questione, anche irrilevante, e a Bologna - la divisione tra le due componenti “storiche” del partito Democratico, gli ex Pci e gli ex democristiani. Che se non ci fosse Berlusconi si sarebbero già divisi dopo la sconfitta di Franceschini, silurato dai democratici diessini. E E non è detto che la divisione non sia a breve, se alle elezione fra tre settimane alla perdita prevista di Napoli si dovesse aggiungere qualche altra città, Bologna per esempio. Ma la maggiore insidia in questo momento viene al Pd dalla terza anima, non prevista e invadente, quella radicale. Che suscita perplessità sempre più vaste in entrambe le componenti “storiche”.
Se ne era avuta indicazione un anno fa, quando alla Bonino candidata alla Regione Lazio mancò un consistente numero di voti. I radicali superarono allora le perplessità con le tattiche legalistiche d cui sono specialisti applicate alla presentazione delle liste. Che portarono all’esclusione o alla contestazione di alcune liste del centro-destra, a Roma e Milano. A Roma proprio quella della candidata Polverini. Ma ora c’è insofferenza per questa tattiche: in Toscana, dove sono state escluse con le tattiche regolamentari due liste sicuramente vittoriose, una di centro-destra a Castiglione, e una di sinistra a Gavorrano.
C’è insofferenza nel Pd locale. La previsione è infatti che il Pd perda ugualmente, a Castiglione contro un’anonima lista civica, e a Gavorrano contro il centro-destra.

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