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giovedì 31 maggio 2012

Grazie, Napolitano

A mettere le tasse sono buoni tutti. A metterle gravose come le ha messe Monti ci vuole pelo sullo stomaco. Ad aggravarle, come il banchiere minaccia, ci vuole animo delinquenziale. Pensavamo di avere un governo di mercanti ma ci eravamo sbagliati: sono filibustieri. Che lavorano a profitto dei propri padroni se non delle proprie aziende, banche e assicurazioni, e non lo nascondono. Grazie alla sua generosa cauzione, signor Presidente.
Vogliono il lavoro alla cinese, libero e bello. Dopo avere bloccato gli investimenti. Che non sono cosa che interessi loro. A loro interessa costringere tutti gli italiani ad aprire un conto in banca. E imporre per ogni pagamento, anche minimo, il passaggio in banca. Contro la mafia, dice. Non contro quella delle banche. E seminare il panico tra chi ha una catapecchia da tenere su o aggiustare, o un piccolo appezzamento di terreno, magari ereditato e invendibile: gli incettatori sono lì col ghigno a fare man bassa di tutte gli orti e le seconde case a prezzo vile. O i fondi pensione, Che si mangiano il 30, il 50 e fino al 75 per cento dei versamenti. Roba da ergastolo. Sancito nella “riforma” delle pensioni.
Grazie, Napolitano. Ma che cos’ha lei da farsi perdonare? Che come il suo sponsor D’Alema ci ha portati in una costosissima guerra per compiacere l’America. E poi ci ha imposto Monti per compiacere la Merkel, attorno alla quale è diventato una specie di gallina scodinzolante. Perché noi, se lei ha dei complessi, dobbiamo sacrificarci? E giù le mani dal riformismo, che è cosa seria e non roba da ex pentiti.

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